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La classifica dei migliori film usciti (o distribuiti) nel 2020 per il New York Times
Anche quest'anno, come da tradizione, i critici cinematografici del New York Times hanno pubblicato la classifica dei loro film preferiti usciti (o distribuiti on demand) in questa prima parte del 2020. Manohla Dargis e A.O. Scott hanno concordato su un solo titolo, ma ecco di seguito le loro scelte. 

Manohla Dargis:

Bacurau

Viaggio nelle pieghe più dolorose di una nazione piegata dalla mostruosità di un potere fuori controllo, il film di Juliano Dornelles e Kleber Mendonça Filho denuncia, attraverso la lente deformante e al tempo stesso iperrealistica dell'apologo sci-fi, lo status quo del Brasile contemporaneo. 



Sorry We Missed You

Ken Loach torna dietro la macchina da presa, tre anni dopo la Palma d’oro conquistata con Io, Daniel Blake (2016), per un’altra storia fortemente in linea con la sua sensibilità politica e civile. Guidato dalla consueta sceneggiatura del fidato collaboratore Paul Laverty, il cineasta britannico tratteggia un quadro familiare sentito e sofferto, ambientato nel nord dell’Inghilterra e contrassegnato da ingiustizie lavorative e fatiche quotidiane.



L'uomo invisibile

Adattamento moderno del celebre romanzo omonimo di H.G. Wells, già portato sullo schermo in diverse occasioni, a partire dal cult degli anni Trenta firmato da James Whale. Rispetto alle principali trasposizioni precedenti, la sceneggiatura del regista Leigh Whannell (alla terza prova dietro la macchina da presa) ribalta il punto di vista, non avendo più come protagonista lo scienziato in grado di rendersi invisibile, ma la sua compagna.



Crip Camp – Disabilità rivoluzionarie

«Un innovativo campo estivo galvanizza un gruppo di adolescenti disabili che danno vita a un movimento, aprendo una nuova via verso una maggiore uguaglianza»



A. O. Scott:

L'altra metà

«La geniale ma squattrinata Ellie Chu scrive una lettera d’amore per conto di un atleta, ma non si aspetta di diventare sua amica, né di innamorarsi della stessa ragazza».



Beyond the Visible: Hilma af Klint



Il traditore

Marco Bellocchio si confronta con un biopic lineare, complessivamente schematico e dal taglio informativo, sulla vita di Tommaso Buscetta, detto “don Masino”, il pentito più celebre e influente della storia della mafia siciliana e non solo. Il film ne segue le vicende biografiche dagli anni Ottanta all’inizio del Duemila, quando morì, delineando un affresco dell’Italia dell’epoca che passa attraverso tradimenti e menzogne, dialoghi rivelatori (quelli con Falcone, ad esempio, dove echeggia inequivocabile il tema della morte) e un pallottoliere di omicidi d’onore che scorre in maniera inesorabile. 



Beastie Boys Story

Il documentario sui Beastie Boys filmato da Spike Jonze



La scelta condivisa:

La ragazza d'autunno

Dopo il sorprendente Tesnota, arrivato al Festival di Cannes quando il regista aveva solo 26 anni, il russo Kantemir Balagov conferma il suo talento cristallino, con un’opera ancor più complessa e delicata rispetto alla sua opera prima. Se Tesnota era ambientato nel Caucaso di fine anni Novanta, La ragazza d’autunno torna ancor più indietro nel tempo, descrivendo il tramonto della Seconda guerra mondiale. Il primo elemento che colpisce è proprio questo: nonostante sia ambientato a metà anni Quaranta, è un’opera che parla (anche) del presente, attraverso dinamiche di stretta attualità.




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