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Venezia 77: alle Giornate degli Autori, Residue e James portano il tema Black Lives Matter
Come cambia una città? E cosa succede ai cittadini? Ce lo chiediamo camminando in questi giorni al Lido, dove la geografia che circonda il Festival è necessariamente diversa, e se lo chiede Merawi Gerima, il giovane regista di Washington che nel quarto giorno di programmazione delle Giornate degli Autori presenta il suo primo lungometraggio, Residue.

Interessato al senso di comunità e all’identità personale che dalla comunità è plasmata, in un’America che cambia ma al contempo fa fatica a cambiare, l’autore racconta la storia di Jay e del suo disorientamento. La gentifricazione ha cambiato tutto della sua città, i suoi amici non ci sono più, lui stesso è considerato un estraneo. 

“Quando frequentavo le scuole medie - racconta il regista Merawi Gerima, i miei genitori fecero le valigie per trasferirsi in una zona diversa di Washington. Ogni volta che torno nel mio vecchio quartiere, un altro amico d'infanzia se ne è andato, è scomparso, è in carcere o è stato ucciso. Un quartiere vivace che nel corso del tempo è stato annientato dallo spaccio di droghe, dai disinvestimenti e dagli eccessi della polizia. Ora, a parte le poche poche famiglie sopravvissute, non troverai alcuna traccia della nostra esistenza. Il quartiere è stato raso al suolo.”

"La presenza del film di Merawi Gerima - dice Gaia Furrer, responsabile artistica delle Giornate - porta a Venezia il grido Black Lives Matter perchè è in quel contesto che si colloca lo spirito del film. Con la sua storia personale, Gerima racconta tutte le periferie, quell'architettura sociale americana che resta sempre al margine e cui non viene mai data una possibilità. Siamo sicuri che la verità di Residue sarà una bella testimonianza dal cuore stesso dell'America di cui tanto leggiamo sui giornali." 

Da un quartiere ai confini di Napoli arriva invece James Senese, protagonista del documentario che porta il suo nome, James, diretto da Andrea Della Monica.

Figlio di una ragazza napoletana e di un soldato afroamericano, cresciuto nel dopoguerra ai confini della città di Napoli, che da campagna ha visto trasformarsi in periferia, James Senese è stato a lungo alla ricerca di un'identità, riversando i suoi conflitti nella musica. È questa identità che il documentario intende indagare, restituendo un ritratto dell'artista dopo cinquant'anni di carriera, tenendosi ben lontani dall’agiografia. 

Racconta il regista: “Quando ho detto a James che avrei fatto un film su di lui, mi ha risposto: 'Tieni presente che non sono mica morto!' L'ho fatto. Il film è la fotografia di qualcosa di vivo, a cui ho scelto di mantenermi più vicino possibile. Se si ritrova Napoli nel film, lo si fa attraverso ciò che James stesso chiama ‘o sentimento. Ho cercato di coglierne un barlume.”

Da non perdere l'appuntamento ad Isola Edipo con la presentazione del nuovo Lux Award. È un incontro che vede protagonisti il Parlamento europeo e l'European Film Academy, in collaborazione con la Commissione europea ed Europa Cinemas. Intervengono: Sabine Verheyen, presidente della Commissione per la cultura e l'istruzione del Parlamento europeo; Mike Downey, presidente della European Film Academy; Claude-Eric Poiroux, direttore generale di Europa Cinemas; Doris Pack, coordinatrice del LUX PRIZE.

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