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Black Mirror: Crocodile è un thriller classico che convince solo a metà

Se è vero che uno degli elementi chiave di Black Mirror è la sorpresa dello spettatore, in questo caso non si può assolutamente dire che gli autori non siano riusciti nell’intento, anche se non per forza si tratta di un elemento positivo, o almeno, non del tutto. Crocodile, infatti, è un episodio che si differenzia molto dagli altri, in quanto la tecnologia è solamente accennata, per lasciar spazio ad un trama da thriller ben più classico, e ben girato sotto la guida di John Hillcoat (La proposta, Lawless). Partendo da uno spunto che ricorda da vicino So cosa hai fatto, almeno nell’incipit, Hillcoat racconta le vicende di Mia Nolan (Andrea Riseborough), che, dopo aver accidentalmente investito un ciclista con l’auto, ne occulta il corpo assieme al suo compagno. Anni dopo, Mia è un’architetto di successo, ma i fantasmi di quell’incidente torneranno.  Una trama sin troppo semplice e già vista, che trova nelle motivazioni che spingono i due a ripensare all’accaduto una nuova chiave di lettura, interessante, ma spenta da una conseguenza e da un agito ancora troppo classici per essere davvero incisivi.



L’elemento tecnologico, inoltre, è inserito quasi come corollario, come se dovesse essere presente per poter permettere all’episodio di far parte della serie, ed è un peccato perché un chip che riesce a registrare la memoria e a rivelarla su uno schemro durante le indagini della polizia poteva regalare esiti sicuramente migliori dal punto di vista con cui la serie è stata concepita sin dall’inizio, che qui sembra prendere la via di un thriller fantascientifico alla Minority Report, salvo perdere anche questo spunto. Si rende dunque necessario un chiarimento per quanto riguarda il giudizio su Crocodile: se visto come thriller classico, ci si trova di fronte ad una produzione più che positiva, un episodio ben girato nella sua ambientazione gelida, recitato bene soprattutto dalle protagoniste femminili (che ormai sembrano essere figure predominanti in questa nuova stagione) e che mantiene alta la tensione fino ai titoli di coda, lasciando presagire un finale ben diverso da quello che ci si aspetterebbe. Se inserito in ottica Black Mirror allora qualche perplessità in più rimane, in quanto il rapporto esistente tra uomo e tecnologia è ridotto ad un accenno, strumentale alla trama e non chiave di lettura principe e capace di far nascere riflessioni forti, come da sempre la serie ci ha abituati.


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