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Milano Film Festival, giorno 10 - La Fame di street art

Sabato alle 21.30 presso BASE Sala grande – spazio A viene proiettato Fame, documentario che racconta la storia dell’omonimo festival di street art, diretto da Giacomo Abbruzzese e Angelo Milano che saranno in sala per presentare il film.

Dal 2008 al 2012, Grottaglie è diventato uno dei maggiori centri internazionale per la street art: artisti del calibro di Blu, Momo, Conor Harrington, EricailCane, Escif e Vhils e tanti altri, hanno invaso il paese pugliese con le loro opere, spesso provocatorie, ridisegnandone la geografia.

Tutto è nato dall’intraprendenza visionaria di Angelo Milano che ha invitato artisti da tutto il mondo nella sua Grottaglie. L’idea è semplice: cibo e ospitalità in cambio di un’opera sui muri della città. Senza chiedere permessi e senza il beneplacito dei politici locali, autofinanziato e anarchico, proprio come l’arte di strada comanda, è nato il Fame che nel giro di poco è diventato uno dei maggiori festival di street art a livello internazionale. Quando, sulla scia del successo, l’amministrazione locale diventa accondiscendente alla manifestazione e cerca di farlo suo, Angelo decide di interromperlo, dopo sole cinque, intensissime edizioni.

Il documentario vuole essere una riflessione sul modo di fare e concepire l’arte, qualsiasi essa sia, e fa emergere quanto la cultura possa agire anche laddove si creda che non potrebbe avere presa. Nello specifico Grottaglie è la terra della ceramiche e oltre quella tradizione non si è mai voluto andati andare oltre e qualsiasi nuova proposta viene vista con pregiudizio e diffidenza. È lo stesso protagonista a definire la sua terra d’origine un “deserto culturale”, motivo che lo spinge, dopo la laurea a Bologna, a tornare nella sua città natale che vuole educare, ma anche stravolgere attraverso una vera e propria rivoluzione culturale. Ed è quello che Angelo proverà a fare con il linguaggio universale dell’Arte, al fine di abbattere gli schemi mentali attraverso la provocazione, i flash mob, la clandestinità e soprattutto tantissima ironia.

 

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