Australia settentrionale. Un gruppo di aborigeni si avventura in una zona paludosa a caccia di anatre. Un antico racconto appartenente alla loro cultura li accompagnerà per tutto il viaggio.

È una storia dentro un'altra storia quella scritta e diretta da Rolf de Heer, regista olandese che è riuscita ad approcciarsi nel modo giusto alla cultura aborigena raccontandone usanze e tradizioni. È un progetto curioso, non adatto a tutti, ma capace di suggestionare per i suoi giochi visivi e per una struttura narrativa lieve ma stratificata allo stesso tempo. Purtroppo, de Heer è troppo autocompiaciuto del suo stile, e del gioco tra bianco e nero e colore in particolare, ma ha buoni slanci poetici e l'utilizzo della voce narrante accompagna bene il tutto. Vincitore del Premio speciale della giuria al Festival di Cannes, è il primo film parlato in lingua aborigena. L'ispirazione è nata da una fotografia del 1936 scattata dall'antropologo Donald Thomson, raffigurante un gruppo di dieci aborigeni mentre pagaiavano sulle loro canoe.
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