Ameluk
Durata
98
Formato
Regista
Jusuf (Mehdi Mahdloo Torkaman) è un giovane immigrato musulmano di origini giordane ben integrato a Bitonto: sposato con una ragazza del posto (Claudia Lerro), ha una piccola attività ed è sempre disponibile ad aiutare i compaesani. Tutto sembra filare liscio, finché un giorno si troverà, per una sostituzione dell'ultimo secondo, a interpretare Gesù Cristo nella tradizionale processione per la Via Crucis. Sarà scandalo nella piccola comunità.
L'esordio alla regia dell'attore Mimmo Mancini vorrebbe essere una raffinata commedia sul tema spinoso dell'integrazione culturale, ma è limitato, nello stile e nella scrittura, da una visione d'insieme troppo superficiale. I personaggi non sono che macchiette abbozzate, a partire dal protagonista, poco credibile nella sua infinita bontà, fino al candidato sindaco razzista e ottuso, interpretato dal regista stesso. Le buone intenzioni non mancano, ma lo sviluppo si ferma a un tratteggio approssimativo anche nella sceneggiatura, prevedibile e non priva di momenti di scontata retorica. La regia è piatta, i caratteri non sono che un elenco di pallidi cliché (il vecchio nostalgico di Marx, il letterato ebreo, il prete vero cristiano, il popolo bue), il ritmo spesso latita e il lieto fine in agguato dietro l'angolo non aiuta. Un filmetto senza peso, che non ha le carte per confrontarsi con un soggetto complesso e sfaccettato come quello che pretende di raccontare.
L'esordio alla regia dell'attore Mimmo Mancini vorrebbe essere una raffinata commedia sul tema spinoso dell'integrazione culturale, ma è limitato, nello stile e nella scrittura, da una visione d'insieme troppo superficiale. I personaggi non sono che macchiette abbozzate, a partire dal protagonista, poco credibile nella sua infinita bontà, fino al candidato sindaco razzista e ottuso, interpretato dal regista stesso. Le buone intenzioni non mancano, ma lo sviluppo si ferma a un tratteggio approssimativo anche nella sceneggiatura, prevedibile e non priva di momenti di scontata retorica. La regia è piatta, i caratteri non sono che un elenco di pallidi cliché (il vecchio nostalgico di Marx, il letterato ebreo, il prete vero cristiano, il popolo bue), il ritmo spesso latita e il lieto fine in agguato dietro l'angolo non aiuta. Un filmetto senza peso, che non ha le carte per confrontarsi con un soggetto complesso e sfaccettato come quello che pretende di raccontare.