QUANDO SPORT FA RIMA CON ASIA: al Far East Film Festival 18 anche l’Oriente dell’agonismo!
20/04/2016

Dalle arti marziali hongkonghesi (Ip Man 3, Sammo Hung, Bruce Lee) all’Hong Kong del baseball (Weeds of Fire), dal calcio malesiano (Ola Bola) alla Sud Corea del nuoto (Fourth Place), fino al surf filippino (Apocalypse Child). 

Le arti marziali, certo. Una delle icone d’Oriente per eccellenza e, ovviamente, una delle icone del Far East Film Festival. Ma se anche quest’anno, a Udine, non mancheranno i migliori gioielli del kung-fu, tra cui gli attesissimi restauri di Sua Maestà Bruce Lee, (restauri in 4K curati da Immagine Ritrovata di Bologna), non mancherà neppure uno sguardo più ampio sul cinema sportivo made in Asia: dal baseball al calcio, passando per il nuoto e il surf!

Da un lato, dunque, le istituzioni con la “i†maiuscola: mister Sammo Hung, formidabile innovatore delle martial arts, che al FEFF 18 presenterà l’action thriller The Bodyguard e riceverà il Gelso d’Oro alla Carriera (30 aprile); il mitico Ip Man, giunto al terzo capitolo della saga, che riunisce la super coppia Wilson Yip-Donnie Yen assieme alla new entry Mike Tyson (26 aprile); e, ripetiamo, alcuni must di Bruce Lee riportati a “nuova vita†(Dalla Cina con furore, Il furore della Cina colpisce ancora, L’urlo di Chen terrorizza anche l’occidente e The Game of Death).

weeds on fire

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Dall’altro, declinando fra commedia e dramma le stesse radici che hanno sempre alimentato il cuore di Bruce, Sammo e Ip Man (onore, coraggio, disciplina, rispetto), ecco invece quattro “fuori pista†da non perdere! Si comincia con Weeds of Fire di Chan Chi-Fat, ispirato alla storia vera della prima squadra giovanile del baseball hongkonghese, che racconta le fatiche di un coach alle prese con un team di ragazzini pigri e complicati. Un film carico di vitalità che si collega, idealmente, a un’altra storia vera: quella di Ola Bola e della nazionale di calcio malesiana, alle prese con le qualificazioni alle Olimpiadi del ‘76 e con un senso patrio tutto da riscoprire («I sogni hanno più valore, se li realizzi nel tuo paese natale»).

Ci fa spostare, quindi, nell’acqua di una piscina sudcoreana il tesissimo Fourth Place: un tuffo (è proprio il caso di dirlo!) dentro il lato oscuro dell’agonismo, tra le frustrazioni profonde di un ex campione, ora diventato allenatore, e il talento di una giovane promessa del nuoto, forse troppo fragile per riuscire ad alzare la testa. Ce la farà? E ce la farà Ford, protagonista del filippino Apocalypse Child, che prima di salire sulla tavola da surf e sconfiggere gli avversari, deve sconfiggere tutte le proprie ombre? In attesa di scoprirlo, vale la pena di rivelare una piccola curiosità: la spiaggia di Apocalypse Child è la spiaggia di Apocalypse Now (ricordate i surfisti del tenente colonnello Kilgore?), il super cult che introdusse il surf nelle Filppine!

 

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