I 90 anni di Mel Brooks, Maestro della comicità
28/06/2016

“Ridere allunga la vita”: lo sa bene Mel Brooks, Maestro indiscusso della comicità e precursore del cinema demenziale, che oggi, 28 giugno, compie 90 anni.

Vero e proprio innovatore del linguaggio comico, abile nel coniugare la tradizione umoristica yiddish con la comicità slapstick degli anni del muto, Mel Brooks ha dato dignità artistica al genere della parodia, rileggendo i principali generi cinematografici hollywoodiani (il western, l’horror, il kolossal, la fantascienza) con intelligenza e un gusto sofisticato per la trovata brillante.

Lo sguardo di Mel Brooks si è sempre rivolto con pungente ironia al mondo dello spettacolo, facendo delle citazioni, dell’accumulo di gag (visive e fisiche) e di un umorismo spesso e volentieri surreale i propri marchi di fabbrica.

Dopo aver lavorato per molti anni come ghost writer per show televisivi comici, Mel Brooks ha un discreto successo come sceneggiatore della serie tv Get Smart e come interprete degli sketch comici incisi su disco al fianco di Carl Reiner nei panni dell’uomo di duemila anni in una sorta di enciclopedia dell’aneddotica ebraica.

L’esordio da regista cinematografico è di quelli da ricordare: nel 1968 Mel Brooks dirige Per favore, non toccate le vecchiette, che segnò anche l’inizio del sodalizio artistico con Gene Wilder. Un film divenuto un vero e proprio cult con il passare degli anni, tanto da ispirare un musical (scritto e diretto per Broadway dallo stesso Brooks) e un remake, oltre a garantire al regista e sceneggiatore un Oscar per la migliore sceneggiatura originale.

Il grande successo di pubblico per Mel Brooks arriva nel 1974 con le sue due opere più conosciute: Mezzogiorno e mezzo di fuoco e Frankestein Junior. Nel primo caso, Mel Brooks, affiancato ancora una volta da Gene Wilder, firma una commedia che riprende e parodizza gli stereotipi del western, genere conservatore e capitalista per eccellenza.

Frankestein Junior, invece, rivista in chiave farsesca l’horror, dando vita a una raffinata commedia ricolma di amore per il cinema degli anni trenta (Brooks volle addirittura riutilizzare gli attrezzi originali del Frankenstein di James Whale, datato 1931) dove le atmosfere nebbiose e lo splendido bianco e nero di Gerald Hirschfeld assurgono a ruolo di assoluti protagonisti, mentre la sceneggiatura sottilmente cinéphile privilegia i dialoghi surreali alle gag slapstick.

Nel 1976 vede la luce una delle sue pellicole più particolari, L’ultima follia di Mel Brooks, un film muto con protagonisti Brooks stesso, Marty Feldman, amico del regista, che aveva già lavorato con lui in Frankenstein Junior e Dom DeLuise, altro amico del regista, che aveva lavorato con lui in Mezzogiorno e mezzo di fuoco.

Nei successivi film, Mel Brooks si focalizza quasi esclusivamente sulle parodie, spaziando tra i diversi generi cinematografici, con alterne fortune: nel 1977 è la volta di Alta tensione, omaggio satirico al cinema di Alfred Hitchcock, ed in particolare a La donna che visse due volte; nel 1981 La pazza storia del mondo è una surreale farsa che richiama gli stilemi del kolossal biblico; nel 1987 Balle spaziali (uno dei titoli più celebri della filmografia del regista, benchè un sostanziale flop al botteghino) prende in giro la saga di Guerre stellari e tutto il cinema di fantascienza; Robin Hood: un uomo in calzamaglia (1993) fa il verso al Robin Hood – Principe dei ladri di Kevin Costner; nel 1995 è la volta di Dracula morto e contento, con Leslie Nielsen, ultimo film da regista per Mel Brooks, parodia di tutti i numerosi film dedicati alla leggenda del vampiro della Transilvania.

Mel Brooks è apparso nelle vesti di attore anche in alcune pellicole da lui non dirette, come Essere o non essere di Alan Johnson, remake del capolavoro Vogliamo Vivere! di Ernst Lubitsch, in cui Brooks compare affiancato dalla moglie Anne Bancroft. Da segnalare anche due apparizioni in altrettanti film diretti da Ezio Greggio, ovvero Il silenzio dei prosciutti e Svitati.

Alla fine degli anni settanta, Mel Brooks ha fondato una sua casa di produzione, la Brooksfilm, producendo due capolavori come The Elephant Man (1980) di David Lynch e La mosca (1986) di David Cronenberg.

Abbandonato il cinema, Mel Brooks ha ottenuto un clamoroso successo in teatro, adattando per Broadway il suo primo film, Per favore, non toccate le vecchiette, e dando vita al musical The Producers, enorme successo di pubblico e critica, nonchè vincitore di un numero record di Tony Award 2001, ben 12.

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