Alessandra De Rossi al FCAAAL: «Sono diventata un'attrice perché non volevo più studiare»
19/07/2019

Scelta come giurata d’eccezione per valutare i lungometraggi di questa ventiseiesima edizione del Festival di Cinema Africano, d’Asia e d’America Latina, Alessandra De Rossi ha incontrato la stampa per una conferenza dai toni rilassati e informali, in cui si è raccontata e ha avuto modo di esprimere al meglio il suo carisma. Seppur poco conosciuta dal pubblico italiano, l’attrice ha alle spalle una carriera invidiabile nonostante la sua giovane età (classe 1984) avendo vinto già numerosi premi internazionali. L’ultima sua apparizione sul grande schermo è stata in A Lullaby to the Sorrowful Mystery di Lav Diaz.


Può spiegarci brevemente le sue origini?


Sono nata in Inghilterra da padre italiano e madre filippina. Fino all’età di sette anni ho vissuto nel vostro Paese: cinque anni a Lecce e due a Ciampino. Poi ci siamo trasferiti nelle Filippine (dove vivo tutt’ora) e ovviamente ho dimenticato come si parla in italiano.


Ha mai provato o semplicemente pensato di venire a lavorare in Italia?


No. Probabilmente non voglio perché la vita nelle Filippine è difficile e ardua e il mio sogno è quello di poter venire in Italia una volta raggiunta la pensione così da potermi riposare e rilassare come si deve. Se invece iniziassi a lavorare da voi, allora questa terra mi risulterebbe familiare e non la vedrei più come il luogo ideale nel quale riposarsi. Ovviamente, se mai dovesse arrivarmi un’offerta lavorativa perfetta e invitante, non potrei rinunciare solo per queste ragioni che vi ho appena spiegato. Tuttavia, finché una simile proposta tarderà a presentarsi, allora sarò ben lieta di rimanere in Asia.


Qual è la situazione cinematografica nelle Filippine?


Credo che sia più o meno simile a qualsiasi altra situazione mondiale, seppur ovviamente ridimensionata all’interno delle nostre possibilità economiche. Mi spiego meglio. Da noi il cinema commerciale sta benissimo e riesce ancora a incassare bene. Il cinema indipendente invece fa molta più fatica, non solo al botteghino ma anche a trovare i soldi necessari per avviare una produzione. Pensate che la spesa di un solo giorno di riprese di un blockbuster equivale all’intera somma usata dagli autori indipendenti per girare un lungometraggio. Un altro forte ostacolo alla valorizzazione artistica è dettato dalle leggi televisive. Nelle Filippine la tv sovrasta il cinema in quanto i loro programmi ormai sono consolidati e riescono a fruttare dei guadagni sicuri.


Quando ha deciso che avrebbe voluto fare l’attrice?


Sin da bambina, e per un semplice motivo: non volevo più andare a scuola o studiare. Mia mamma era disperata e non sapeva più cosa inventarsi per convincermi a portare avanti i miei studi. Ma io ero più determinata di lei e soprattutto ero convinta che questa sarebbe stata la mia strada.


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