Alessandro Borghi presenta Mondocane: "Spesso tendiamo a sottovalutare il cinema, in realtà è potentissimo"
02/09/2021
Presentato alla trentaseiesima edizione della Settimana Internazionale della Critica, durante la Mostra del Cinema di Venezia, e in uscita nelle sale italiane il 3 settembre, Mondocane segna l’esordio di Alessandro Celli alla regia di un lungometraggio. Abbiamo incontrato il produttore Matteo Rovere e uno dei protagonisti del film, Alessandro Borghi.
Proprio il produttore, nonché regista di film come Veloce come il vento o Primo re, Matteo Rovere, ha dichiarato: “Sono felicissimo di aver lavorato a Mondocane, è un’avventura nelle nostre corde, nelle corde di Groenlandia. Cerchiamo sempre di lavorare sui generi con storie che trattano la realtà del nostro Paese. Questo film non fa differenza. Poi c’è sempre un pizzico di divertimento, in fondo è un lavoro distopico. Poter giocare con il racconto cinematografico (che per come la vedo io è una cosa anarchica) è uno dei nostri scopi. Qui ci troviamo dinanzi a una fiaba distopica, stupendo.”
Alessandro Borghi invece si è pronunciato in merito al suo personaggio, una sorta di capo banda che ha un rapporto molto fisico nei confronti della sua gang: “Mi interessava raccontare un personaggio tridimensionale, non solo un cattivo. La fisicità l’ho trovata insieme agli altri attori sul set. Lavorare con i ragazzi è importante, io mi immaginavo un personaggio che si relazionasse con loro in maniera molto fisica, quasi ai limiti del fraintendimento. Abbiamo raccontato tutto questo più con il corpo e meno con le parole. Trucco e parrucco sono stati fondamentali per ricreare il tutto ma soprattutto i ragazzi sono diventati parte del processo e mi hanno concesso serenamente di sviluppare questa idea”.
Mondocane è un film distopico, una favola che racconta una grande storia di amicizia. Eppure non mancano anche i legami con l’attualità e le accuse a una politica lontana e poco interessata al sociale. A proposito di questo discorso, sempre Borghi ha dichiarato: “Se questo film avesse minimamente delle possibilità di scuotere delle coscienze nella politica sarebbe meraviglioso. Per noi fare cinema è un lavoro, ma in realtà è un regalo. Mondocane potrebbe essere un film politico sul caso Ilva, invece no, è una fiaba. Si prova a regalare distrazione per quasi due ore nella maniera più etrogenea possibile (possono vederlo adulti e bambini) e poi sta al pubblico decidere se osservare qualcosa che va oltre o se limitarsi allo spettacolo. Il fulcro è la storia di amicizia, di amore, di scelte, di crescita, di rincorrere qualcosa di diverso rispetto a quello che hai ora e che non ti piace. Poi il cinema ha un potere che tendiamo a sottovalutare, per cui magari l’aspetto più politico poi verrà fuori".