Il regista canadese Denis Villeneuve è approdato alla fantascienza con Arrival, storia atipica e non convenzionale di una linguista chiamata a interloquire con gli alieni appena sbarcati sulla terra per tentare di decifrare le loro intenzioni sulla Terra. L’hanno presentato a Venezia la protagonista Amy Adams e il co-protagonista Jeremy Renner insieme al produttore Shawn Levy e ad altri membri della produzione, mentre Villeneuve ha dovuto disertare il Lido causa impegni di forza maggiore sul set del sequel di Blade Runner, che si sta girando proprio in questi giorni e che sempre ieri, per lo stesso motivo, aveva causato anche l’assenza di Ryan Gosling.

La Adams è prodiga di complimenti per Villeneuve: “Ho letto il copione tutto d’un fiato e sono rimasta veramente sorpresa. Non capita tutti i giorni vedere un uomo d’arte così potente come Denis Villeneuve mettere insieme una visione della fantascienza così speciale. Lavorare con Denis è stata una delle più grandi gioie della mia carriera fino a questo momento, ha un modo di lavorare molto concentrato, estremamente calmo e sereno, che dà fiducia e sicurezzaâ€.

Gli fa eco Jerem Renner: “Denis è un uomo molto profondo, con una grande intelligenza emotiva, si tratta veramente di un genio per quel che mi riguarda. Non so come riesca ad equilibrare tutto quello che gli passa per la testa, ma è innegabile che vi riesca benissimo. Mi ha consentito di avere una libertà, la libertà di cercare di avere successo su un suo set. Come regista è evidentemente al timone della nave ma devo dire che consente tale libertà a tutti. Penso poi che i tempi siano davvero maturi per un film di fantascienza come questoâ€.

“Il film ha un cuore emozionale incredibile – continua la Adams – a tal punto che non ho mai pensato di essere all’interno di un film di fantascienza mentre giravamo. Denis è stato bravissimo a lavorare con noi ad ogni battito e ci ha dato qualcosa per accedere alla personalità di ognuno dei nostri personaggi, che interloquivano con gli alieni sempre con un ostacolo davanti, una specie di schermo. Ho avvertito un forte senso di connessione col personaggio, con la sua ricerca dell’umanità, qualcosa di fondamentale che ci accomuna tutti. Possiamo inseguire l’umanità in ogni momento della nostra vita, anche nei frangenti più quotidiani e ordinariâ€.

“Quando mi dicono che vogliono me come protagonista perché desiderano qualcuno che possa piacere – chiosa infine la Adams – di solito non accetto. Denis mi ha invece detto che voleva vedere cosa pensa il personaggio e che quando recito lui riesce a vedere cosa penso. L’ho reputato un grandissimo complimento, oltretutto da parte di un regista intelligente che si fida davvero del suo pubblicoâ€.