"Parasite": le vostre analisi!
05/11/2021
Durante il workshop dedicato all'analisi dello straordinario film di Bong Joon-ho abbiamo proposto ai partecipanti di scrivere una loro analisi di Parasite: ecco il lavoro che ha meritato la pubblicazione!

Parasite
Black and White Edition, operazione commerciale, esercizio di stile o virtuosismo autoriale?
di Alessandro B.


Dall'avvento del cinema a colori ogni anno si è continuato a girare numerosi film in B&W, interamente o parzialmente, e se all'inizio le motivazioni potevano essere economiche e produttive, negli ultimi decenni sono diventate esclusivamente espressive ed artistiche.
Limitando un breve elenco al nuovo millennio, oltre agli autori che lavorano quasi esclusivamente in B&W come Béla Tarr o Lav Diaz, vengono in mente titoli come Coffee and Sigarettes (2003), Il nastro bianco (2009), The Artist (2011), Nebraska (2013), Hard to be a God (2013), Roma (2018), Cold War (2018), The Lighthouse (2019), Mank (2020). Mentre tutti questi film sono stati concepiti e girati in B&W, un discorso diverso riguarda invece opere che dopo essere state girate e presentate al pubblico a colori sono state sottoposte ad un trattamento di color correction come Mad Max: Fury Road (2015) e Logan (2017), fino a Parasite (2019) di Bong Joon-ho.
Come racconta lo stesso regista nella masterclass al Festival di Rotterdam 2020 (disponibile su YouTube), dove questa versione è stata presentata, il suo desiderio era di confrontarsi con i classici del passato, citando espressamente Akira Kurosawa ed Alfred Hitchcock, che hanno potuto girare capolavori sia in bianco e nero che a colori (Hitchcock in particolare ha alternato le due modalità per oltre un decennio fino a Psycho) e che hanno saputo utilizzare il colore in modo molto autoriale. Peraltro nel suo caso non si è trattato della prima volta, perchè già per Madre (2013) era stata preparata la versione B&W che si può trovare nel Bluray.
Questo progetto B&W era stato realizzato nella fase di postproduzione del film, tra aprile e maggio 2019, prima dell'anteprima al festival di Cannes di quell'anno, dove il film a colori avrebbe vinto la Palma d'Oro. Dal punto di vista tecnico si è trattato di un processo piuttosto lungo e laborioso effettuato fotogramma per fotogramma. Poichè l'opera era stata pensata a colori sono sorti dei problemi di Production Design e Art Direction, come ad esempio nella scena dell'inondazione, dove la scelta della scala di grigi può cambiare molto la percezione dello spettatore. L'aspetto commerciale dell'operazione sembra veramente marginale; basti pensare che in Italia questa variante è stata presentata in anteprima al Far East Film Festival di Udine nel giugno 2020 (edizione interamente in streaming) e poi in alcune sale, in uno dei periodi più disastrosi per l'intera industria cinematografica, mentre adesso può facilmente essere reperita col DVD ed il Bluray.
Riguardando il film in successione nelle due versioni, sono due i momenti dove il B&W risalta maggiormente: il primo è una sequenza molto breve dopo circa 12 minuti: Ki-woo sta salendo per la prima volta verso la casa dei Park: è un pallino nero sullo sfondo di alte mura bianche, dopo una prima inquadratura dall'alto verso il basso ne segue una seconda speculare, un controcampo "sgrammaticato" dal basso verso l'alto. Il secondo momento coincide invece con la parte centrale del film; nella "notte degli imbrogli" assistiamo ad una duplice discesa agli inferi: prima con la scoperta del rifugio sotterraneo e la lotta tra poveri, dove dramma, satira e grottesco si combinano magistralmente, poi dopo il rientro a sorpresa dei Park, padre e figli Kim devono scappare di nascosto dalla casa dove pensavano di essersi ormai insediati stabilmente. La loro è una interminabile discesa verso il punto di partenza sotto una pioggia incessante, che termina con un'alluvione apocalittica dove i Kim perdono non solo quello che hanno appena conquistato, ma anche quel poco che possedevano prima.
Per considerazioni addizionali seguiamo l'ottimo lavoro di Thomas Flight (disponibile su YouTube) che confronta numerose sequenze nelle due versioni. In B&W si evidenzia molto di più la consistenza delle superfici e risulta quindi più visibile la sporcizia del quartiere povero rispetto alla pulizia sia delle strade sia delle linee architettoniche del quartiere più ricco.
Il cinema in B&W ha la capacità di alterare le emozioni ed i sentimenti dello spettatore, anche se è difficile stabilire se ciò sia dovuto alle immagini in sè oppure al fatto che la nostra mente possa associare le immagini B&W ad alcuni film classici o a specifici periodi della storia del cinema. Guardando Parasite in B&W si ha la sensazione di assistere ad un film d'altri tempi anche se si verifica un effetto bizzarro nelle tante scene dove sono utilizzati gli Smartphone, mai visti prima in questo modo. Il difetto principale che si può riscontrare in questa versione è la perdita di alcuni dettagli all'interno della casa dei Park, ricca di particolari ricercati ed oggetti di design raffinati e soprattutto il contrasto tra l'interno della casa e il grande parco che la circonda: l'erba e le piante sono di uno splendido verde che viene molto attenuato quando appaiono in un grigio pallido.
In conclusione possiamo sostenere che questa versione rappresenta una opportunità unica per confrontare cinema a colori e B&W ai più alti livelli ed un modo stimolante per rivedere da una prospettiva originale uno dei film più importanti degli ultimi anni, destinato a rimanere nella storia della settima arte al di là del clamore suscitato dai tanti premi vinti.

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