«Impossibile sostenere le spese di affitto e le bollette che continuano ad arrivare»
Tristemente, un'altra sala cinematografica storica si prepara a chiudere i battenti per sempre: l'Azzurro Scipioni di Roma, quartiere Prati.

A nulla sono servite la raccolta fondi avviata per sostenere il cinema e le seimila firme a favore della sua apertura. «Mi chiamano da tutta Italia per sapere se davvero chiuderemo» racconta Silvano Agosti, fondatore della sala, regista e scrittore. Amareggiato, il responsabile del cinema d'essai si rivolge direttamente a uno Stato «demente e capriccioso», affermando che la chiusura non dipende assolutamente dalla volontà degli addetti ai lavori: «Chi è sul punto di essere fucilato, non decide di morire. E così noi siamo di fatto ammanettati sul patibolo, non abbiamo altra scelta».

Agosti prosegue con parole molto dure e disilluse:
«Non ho mai costruito la mia vita sulle speranze, ma sulle certezze. E qui la certezza è che cinema e teatri sono stati considerati gli ultimi della lista. Non c’è alcun problema legato alla pandemia, diciamo la verità. Noi abbiamo cento posti e con il distanziamento ne avremmo avuti trenta. Ogni spettatore sarebbe stato a sei metri di distanza dall’altro. Questo ci sarebbe bastato per andare avanti, insomma non scherziamo: è lo Stato che ha deciso di farci chiudere».
Poco tempo fa, peraltro, sembrava si fosse presentata una soluzione ottimale: «Un giorno, un po’ di tempo fa, il vicesindaco Luca Bergamo mi chiamò per dirmi che il Comune si sarebbe fatto carico dell’affitto. Poi però all’indomani Bergamo è stato fatto fuori e nessuno ha dato seguito alla sua promessa».
Nato per proiettare i grandi autori del cinema d'essai (Fellini, Bergman, Bresson, Visconti, Tarkovskij...), l'Azzurro Scipioni arricchiva la vita culturale di Roma dal 1982 e ben presto avrebbe festeggiato i 40 anni di attività.
Fonte: Corriere della Sera