“Becoming Led Zeppelinâ€: la forza della gavetta nel mito del rock
02/03/2025
Sono passati 45 anni dalla conclusione del percorso della band. Eppure, il fuoco dei Led Zeppelin continua a bruciare. Questo mito intramontabile, oggi, ha persino vissuto una nuova celebrazione: Becoming Led Zeppelin, il documentario diretto da Bernard MacMahon e fortemente voluto dai membri superstiti del gruppo: Jimmy Page, Robert Plant e John Paul Jones.

Non si tratta di una biografia completa della band, ma di un viaggio affascinante attraverso i loro primi anni, dal sogno incerto al trionfo globale. Il cuore pulsante del documentario risiede infatti nella narrazione di un’ascesa che sembra quasi un racconto epico. Perché la biografia non è completa, ma una storia parziale. Il pregio? Ebbene, quello di tagliare la fetta più buona della torta: gli avventurosi inizi, da zero alla fama planetaria, la gavetta in una Londra appena uscita dal beat e subito il volo negli USA, verso il successo e la storia del rock. Gli ingredienti sono quelli delle migliori storie di riscatto: giovani musicisti, sogni grandiosi, il sacrificio necessario per emergere, gli incontri fortuiti e il talento cristallino che, come una forza inarrestabile, si impone sul destino. Becoming Led Zeppelin cattura questi elementi con un'estetica che mescola immagini d'archivio, interviste inedite e una colonna sonora vibrante, capace di evocare le emozioni e la potenza sonora della band.

Tutto inizia con Londra, una Londra che sta vivendo una metamorfosi musicale. Siamo negli anni ‘50 e ‘60, l’era in cui il rock and roll e il blues americano iniziano a insinuarsi nella cultura britannica, ispirando una generazione di giovani affamati, di espressione e libertà. Jimmy Page è il primo a immergersi in questo mondo, diventando presto un chitarrista richiesto nelle sessioni di registrazione per artisti come i Rolling Stones, i Kinks e Donovan. Anche John Paul Jones percorre una strada simile, lavorando come turnista e arrangiatore. Robert Plant, invece, arriva da un contesto diverso: un giovane di provincia, costretto a muoversi in un ambiente musicale ostile alle nuove sonorità. Le sue prime esperienze, con band come i Band of Joy, sono segnate da rifiuti e difficoltà. Così è anche per John Bonham, un batterista dotato di talento quasi divino, ma spesso rifiutato per il suo stile troppo potente e dirompente. La svolta arriva quando Jimmy Page, dopo il fallimento degli Yardbirds, decide di formare una nuova band. E, qui, il destino gioca un ruolo decisivo: Terry Reid rifiuta l’offerta di Page, suggerendo al suo posto un cantante sconosciuto. Robert Plant. Quest’ultimo, a sua volta, porta con sé il suo amico e batterista fidato, John Bonham. Il tassello finale è John Paul Jones, che chiede di unirsi alla band dopo aver sentito parlare del progetto. Nascono così i Led Zeppelin. Nasce così la magia della chimica tra i quattro.

Ed è proprio su questo che il documentario si concentra. Ciò che Becoming Led Zeppelin riesce a trasmettere con grande intensità è la straordinaria alchimia tra i quattro membri. Persino Bonzo, che è morto nel settembre 1980, partecipa alla celebrazione, con un’inedita intervista audio in cui rievoca gli inizi della band, il suo entusiasmo di ragazzo di campagna proiettato nel mondo del rock e l’avversità della moglie, sposata in giovane età, che voleva un marito più presente e non un giramondo da 200 concerti per anno. Ma questi musicisti, che vuoi farci Pat, non erano solo talentuosi. Erano destinati a trovarsi. Il loro primo incontro in sala prove fu quasi mistico: un’energia elettrizzante percorreva l’aria mentre suonavano insieme per la prima volta. Page racconta persino di come, alla fine della sessione, si guardarono negli occhi, consapevoli di aver creato qualcosa di assolutamente unico. Il documentario si sofferma su questo momento, con un’intensità cinematografica molto potente. Le immagini scorrono, accompagnate da aneddoti e testimonianze che fanno rivivere l’entusiasmo febbrile di quei giorni. Il pubblico si ritrova immerso nella stanza con loro, percependo la vibrazione delle corde della chitarra di Page, la batteria martellante di Bonham, la voce graffiante e ultraterrena di Plant, il basso preciso e avvolgente di Jones.

E il successo di questo progetto si spiega anche con la capacità di toccare corde profonde nel pubblico: il fascino delle storie di gavetta e di riscatto. Il cinema e la letteratura sono pieni di narrazioni che seguono questo schema, perché ci parlano direttamente. Vedere una band leggendaria nei suoi umili inizi, con ostacoli e porte in faccia, fa sì che il pubblico si immedesimi, si emozioni e si lasci ispirare. Non è un caso che pellicole come Bohemian Rhapsody (sul percorso travagliato di Freddie Mercury e i Queen), Rocketman (la storia di Elton John) o Whiplash (sul sacrificio estremo per raggiungere la perfezione musicale) abbiano avuto un successo travolgente. Sono tutte storie di sogni. Sogni che sembrano impossibili, di talenti incompresi che trovano il loro spazio, e di percorsi costellati da ostacoli. Ma che alla fine conducono alla grandezza. Becoming Led Zeppelin, però, si distingue per il suo tono rispettoso e celebrativo. A differenza di altri biopic che scavano nelle controversie e negli eccessi (come The Dirt sui Mötley Crüe), qui la narrazione rimane focalizzata sull’arte e sul percorso musicale. Una celebrazione giudiziosa: niente gossip, niente veleno, niente “sesso, droga e rock and roll”, leitmotiv che coinvolse soprattutto Page e Bonzo, passato troppo in fretta da ragazzo naif a superstar. Viene mostrata solo la passione bruciante dei quattro musicisti, il loro istinto nel mescolare blues, folk e rock in un suono nuovo e devastante. La libertà creativa di Page, l’energia animalesca di Bonham, la voce mistica di Plant e la precisione tecnica di Jones si combinano per creare qualcosa di mai sentito prima. Il film evita volutamente scandali e aspetti più oscuri, lasciando che sia la musica a raccontare la loro storia. I fan più attenti potrebbero notare alcune omissioni, come gli inizi discografici poco noti di Plant (la sua versione di “La musica è finita” di Califano vi dice nulla?) o le tensioni che avrebbero segnato la band negli anni successivi. Tuttavia, queste scelte sono narrative, e servono a mantenere il focus sulla magia della loro ascesa. A distanza di decenni, il mito dei Led Zeppelin non mostra segni di cedimento. Il documentario arriva infatti in un momento in cui il pubblico dimostra ancora un enorme interesse per le leggende del rock, come dimostrano le recenti riedizioni di The Song Remains The Same, il film ufficiale del 1973, e il successo di altri documentari musicali. La storia degli Zeppelin rimane un simbolo di determinazione, genialità e ribellione. Becoming Led Zeppelin non è quindi solo un tributo alla band, ma un omaggio a tutti coloro che inseguono un sogno con passione e dedizione. È la dimostrazione che la strada verso il successo non è mai facile, ma che il talento e la perseveranza possono davvero cambiare la storia. Perché, alla fine, il rock non è solo musica: è un’idea, è libertà, è sogno. E i Led Zeppelin ne sono stati i più grandi portabandiera.


Carmen Apadula

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