“L’esercito di spie di Harvey Weinstein”: questo il titolo di un lungo articolo pubblicato oggi dal New Yorker nel quale è stato reso noto che, l’autunno scorso, il produttore ha assunto svariate compagnie private di intelligence per mettere a tacere coloro (vittime e giornalisti) che avevano mosso accuse nei suoi confronti o si apprestavano a portare la verità sul suo conto alla luce.
A rivelare un ulteriore tassello sullo scandalo, dozzine di pagine contenenti documenti inequivocabili e sette testimonianze di persone coinvolte nell’indagine. Tra le compagnie assoldate dal produttore la Kroll, una delle agenzie di intelligence più prestigiose del mondo, e Black Cube, gestita per la maggior parte da ex agenti del Mossad, i servizi segreti israeliani.
Il dossier rivela che il contratto firmato da Weinstein, a luglio 2016, prevedeva esplicitamente la condizione di bloccare le indagini su di lui, portate avanti dal New York Times e dal New Yorker, così come la pubblicazione del libro dell’attrice Rose McGowan, che per prima ha svelato i dettagli degli abusi sessuali.