Cinema diffuso e nuove visioni: il debutto del Milano Film Fest
24/06/2025

Riceviamo e con piacere condividiamo questa panoramica sul Milano Film Fest 2025, scritta da Kimberly Pasolini.


Dal 3 all’8 giugno Milano ha ospitato la prima edizione del Milano Film Fest, progetto nato dalle ceneri del precedente festival e promosso dalla Fondazione Milano Film Fest, che riunisce Il Cinemino, Esterni, Fondazione Dude e Perimetro. Sotto la direzione artistica di Claudio Santamaria e la supervisione musicale di Manuel Agnelli, il festival ha celebrato diversità e innovazione audiovisiva coinvolgendo tutta la città, dai luoghi culturali principali ai quartieri periferici.

La selezione dei lungometraggi è stata curata da Andrea Chimento, Guido Casali, Agata De Laurentiis e Saibene, mentre i cortometraggi sono stati scelti da Paola Ruggeri con Vertigo Film Fest. Eventi collaterali e area Industry sono stati gestiti da esperti del settore. Il programma, a cura di De Laurentiis, ha presentato dieci lungometraggi e venti corti in anteprima italiana.

Tra i titoli in concorso, Marmalade, Four Mothers, Girls on Wire, Aimer Perdre e 40 Acres si sono distinti per la capacità di coniugare narrazione e stile con una sensibilità autentica e coinvolgente.

Marmalade

Opera prima di Keir O’Donnell, Marmalade inizia come un classico crime movie, ma si trasforma in un puzzle narrativo che mette in dubbio le certezze dello spettatore. Ambientato in una cittadina americana, racconta la storia di Baron, un giovane detenuto che narra un amore travolgente e un piano criminale con la misteriosa Marmalade. Tra flashback e dialoghi, il film gioca con i generi e con lo spettatore, offrendo un finale sorprendente che ricompone il racconto.

Four Mothers

Diretto da Alex Moreno, Four Mothers – remake di Pranzo di ferragosto (2008) di Gianni Di Gregorio – esplora con delicatezza i legami familiari e le molteplici sfaccettature dell’identità queer. Ambientato in una vivace comunità urbana, segue Liam, uno scrittore omosessuale che deve rispondere alle aspettative di sua madre e delle madri dei suoi amici, creando una rete di affetti insolita e complessa. Tra incontri e situazioni surreali, Liam cerca un equilibrio tra desideri personali e legami affettivi. Il film usa ironia e sarcasmo per raccontare la complessità dei rapporti familiari e comunitari, smontando stereotipi e rivelando fragilità.

Girls on Wire

Diretto da Vivian Qu, Girls on Wire segue il percorso di due cugine, Tian Tian e Fang Di, cresciute insieme, ma separate da tensioni mai risolte. Dopo una fuga da un covo di droga, Tian Tian cerca rifugio dalla cugina, riluttante a riconciliarsi. Con il pericolo dei criminali in avvicinamento, i loro destini si intrecciano in una narrazione carica di tensione emotiva. Il film si distingue per la fusione di generi diversi e per la regia dinamica, con interpretazioni intense.

Aimer Perdre

Diretto da Lenny e Harpo Guit, Aimer Perdre è un’opera intensa e provocatoria che esplora emarginazione e disagio sociale. Racconta la storia di Armande Pigeon a Bruxelles, alle prese con la dipendenza dal gioco d’azzardo e la sfortuna. Con una narrazione frammentata e immagini spesso disturbanti, il film è una forte dichiarazione sul malessere contemporaneo, capace di suscitare reazioni polarizzate.

40 Acres

40 Acres di R.T. Thorne è un thriller post-apocalittico che segue Hailey Freeman, ex militare e madre, che protegge la sua famiglia in un mondo devastato da pandemie e guerre civili. Tra minacce esterne e tensioni familiari, il film bilancia azione e introspezione psicologica con una regia precisa e una narrazione coinvolgente.

Il festival si è inaugurato con June & John di Luc Besson, girato interamente con iPhone durante il lockdown 2020. Il film racconta la storia di John, impiegato intrappolato in una routine opprimente, la cui vita cambia dopo l’incontro con l’eccentrica June, dando vita a una relazione fuori dagli schemi e a un viaggio in auto dalle conseguenze imprevedibili. Il film esplora alienazione e desiderio di libertà, riflettendo la difficoltà di connettersi emotivamente nel mondo contemporaneo.

La chiusura è stata affidata a The Ugly Stepsister, opera prima di Emilie Blichfeldt, una rivisitazione horror della fiaba di Cenerentola. La protagonista Elvira si sottopone a dolorose trasformazioni per competere con la sorellastra e conquistare l’attenzione del principe. Con un’estetica raffinata e sequenze crude, il film esplora temi di bellezza, invidia e sacrificio.

La sezione Controcampo ha accolto opere fuori concorso, mentre la sezione Industry ha ospitato panel e incontri sull’audiovisivo attuale e la Academy ha organizzato workshop e masterclass. Grazie a Eventi OFF e al progetto Scintille, con proiezioni gratuite nei nove municipi, il festival ha coinvolto tutta la città. La premiazione, il 7 giugno al Piccolo Teatro Strehler, ha visto grande partecipazione nonostante qualche imprevisto organizzativo.

Nel complesso, la prima edizione del Milano Film Fest ha lasciato un’ottima impressione, confermandosi un nuovo e promettente punto di riferimento culturale per Milano.


Kimberly Pasolini

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