Paolo Sorrentino e Thomas Vinterberg si sono incontrati per la prima volta anni fa, quando nel 2014 i rispettivi film La grande bellezza e Il sospetto sono stati entrambi nominati per l'Oscar al miglior film in lingua straniera.

A distanza di sette anni, il regista napoletano e il cineasta danese hanno avuto di confrontarsi nuovamente sull’ultimo lungometraggio di Vinterberg Another Round, presentato all’ultima edizione della Festa del Cinema di Roma e premiato già con numerosi riconoscimenti internazionali.

Dichiara Sorrentino: «Questo film è un’opera d’arte per me, un grande esempio per il cinema. Un film sincero, coraggioso e malinconico. Ha nelle proprie mani tutte le qualità che un film dovrebbe avere».

Vinterberg era l'unico collega a cui Sorrentino nel 2014 fosse affezionato, come ricorda nella conversazione online. Ed è chiaro che ora il regista napoletano spera che sia il turno di Vinterberg, per quel riconoscimento dell'Academy che è appena stato ribattezzato Best International Feature Oscar.

La pluripremiata tragicommedia parla di quattro amici, tutti insegnanti delle scuole superiori, che testano la teoria secondo cui miglioreranno la loro vita mantenendo costante il livello di alcol nel loro sangue. Nella loro chiacchierata si è però anche parlato dell’invecchiamento, della scrittura e naturalmente dell’alcol. Ecco il resoconto del dialogo tra i due registi organizzato da Directors U.K., cui Variety ha avuto accesso esclusivo per gli USA.

Sorrentino: «Vorrei fare una domanda: ho 50 anni; penso che anche tu ne abbia 50. Ciò che è stato molto commovente per me [del tuo film] è che si tratta delle difficoltà che hanno le persone di mezza età […] a mantenere chiare le ambizioni di quando erano molto giovani.»

Vinterberg: «L’ho percepito […] e ho circondato il mio personaggio principale [interpretato da] Mads Mikkelsen con la giovinezza, con i giovani. All'inizio sono come gli squali: annusano la sua insicurezza e vogliono ucciderlo […], ma alla fine diventa parte di loro, è come se fosse senza peso. Questo specchio tra la giovinezza, l'assenza di gravità, l'età […] e l'essere un uomo che esiste solo, ma non vive veramente […], [questi] sono sicuramente i temi che abbiamo cercato di affrontare in questo film. E, sai, abbiamo usato l'alcol per creare l'elemento di rischio; per mettere questi uomini su uno strato di ghiaccio sottile. Ma anche per creare l'elemento dell'amore e dello stare insieme. Mi piace chiedere alle persone quante coppie sposate conoscono che si sono rese sobrie a vicenda. Non so come sia in Italia, o nella tua vita Paolo. Ma credo che non siano così tanti. Quindi si tratta anche di essere soli e ritrovarsi di nuovo. Questi sono alcuni dei temi del film.»

Sorrentino: «Ti invidio perché ho sempre pensato che fosse una buona idea fare un film su quel preciso momento in cui non sei ubriaco, ma un po' ubriaco. Un momento preciso che dura da 20 minuti a un'ora: sei un po' ubriaco e credi che tutto sia possibile. Quando bevo, e bevo tutte le sere, c'è un momento preciso in cui credo che la felicità sia possibile; che i miei amici sono i migliori amici che si possono avere; che mia moglie è esattamente la donna perfetta che desidero. È qualcosa che dura 20/30 minuti e ho sempre pensato che fosse un film perfetto. Sono stato molto felice di vedere il tuo film, perché è esattamente quello che penso ogni sera quando bevo un paio di bicchieri di vino. Pensavo fosse impossibile fare un film su questo, e ho pensato che fosse anche impossibile fare anche solo una scena a riguardo. Quindi sono rimasto completamente sopraffatto quando ho visto il film e ho capito che hai fatto un intero film su quel preciso momento nella vita di una persona. Hai anche tu la stessa sensazione che c'è un momento in cui bevi non troppo e non così poco […] che tutto è possibile e la vita potrebbe essere perfetta? Se hai la stessa sensazione che ho io, mi sento meno solo.»

Vinterberg: «Sì. Ovviamente. E a volte vorrei che quei 20 minuti potessero essere estesi a un giorno. Anche un'ora. Immagino che sia quello che stanno cercando [i personaggi]: la teoria in cui si imbarcano è esattamente cercare di trovare quel posto quando non sei ubriaco e non sei sobrio. Quando perdi il tuo autocontrollo e diventi creativo. I problemi scompaiono o si riducono e tutti sono belli. E vedi l'amore intorno a te. E penso che alcune persone abbiano vissuto in una costante ricerca di quei 20 minuti. Con alti e bassi perché non credo che tu possa mantenerlo per un'intera giornata. Mi chiedo se Churchill fosse una di quelle persone!.»

Sorrentino: «Penso che i criminali siano così. Credono che i problemi non siano così importanti. È esattamente quello che provo quando bevo in quella misura: i problemi che mi appaiono al mattino come qualcosa di incredibilmente [enorme] in quel preciso momento, poi appaiono come qualcosa di non così importante. Credo che molte menti criminali convivano con questo sentimento, altrimenti non sarebbero in grado di fare quello che fanno contro la legge.»

Vinterberg: «Paolo, bevi quando scrivi le tue sceneggiature?»

Sorrentino: «Mai.»

Vinterberg: «Vivi in una certa zona senza bere. La mia domanda è: cosa provi in quei 20 minuti, puoi ricostruire quella sensazione senza bere?»

Sorrentino: «Sì, quando scrivo ascolto musica. Musica molto stupida alla radio, musica così stupida che [mi] mette in una situazione molto simile al vino. Dove dimentico dove sono [...]. È come se non fossi sobrio, ma non fossi ubriaco. Quando scrivo ascolto quel genere di musica che mi porta nella stessa situazione in cui la sera bevo […] perché aspetto sempre le 7 di sera prima di bere.»

Vinterberg: «Quei 20 minuti [...], credo che siano successe cose molto, molto importanti nella storia del mondo, le decisioni sono state prese da persone che sono state esattamente nella zona di cui parli.»

Sorrentino: «Sì.»

Fonte: Variety