Diario dal Tribeca Film Festival 2017 (giorno 2)
04/05/2017

Continua il nostro viaggio all’interno del Tribeca Film Festival 2017.

Venerdì 21 aprile 2017


Thumper (2017)

Scritto e diretto da Jordan Ross; prodotto da Cary Fukunaga; nel cast: Eliza Taylor, Lena Headey, Pablo Schreiber. Sezione: Spotlight Narrative.

Thumper

Kat è una studentessa trasferitasi da poco in una scuola in cui droga e violenza sono all’ordine del giorno. Fa la conoscenza di Beaver, compagno di classe che la inserisce nel suo gruppo di amicizie e la avvicina ad un pericoloso spacciatore. Ma Kat non è quello che vuol far credere.
Film che mi ha sorpreso positivamente: ruvido, schietto e realistico, può essere descritto come ’21 Jump Street’ incontra la prima stagione di ‘True Detective’ (e non a caso il regista Fukunaga è qui produttore esecutivo). Pablo Schreiber, lo spacciatore del film, è un Matthew McConaughey del tutto fuori controllo, mentre Eliza Taylor, l’eroina, ricorda la migliore Reese Witherspoon. Merita decisamente di essere scoperto dal grande pubblico.

Abundant Acreage Available (2017)

Scritto e diretto da Angus Maclachlan; prodotto da Martin Scorsese; nel cast: Amy Ryan. Sezione: Concorso U.S. Narrative.

Abundant Acreage Available

Avendo da poco perso il padre, un fratello e una sorella di mezza età devono decidere cosa fare dei propri campi di tabacco, quando tre fratelli sistemano la tenda da campeggio sulla loro proprietà, con l’intenzione di rimanere nei paraggi per motivi che devono chiarire.
Solida storia agrodolce di eredità familiare e di solitudine, interamente recitata in location dai 5 protagonisti, il film è un interessante studio delle dinamiche familiari nel cuore dell’America rurale, e di come queste possono influenzare, anche indirettamente, la sfera affettiva.

No Man’s Land (2017)

Documentario diretto da David Byars; prodotto da Morgan Spurlock. Sezione: Concorso Documentario.

No Man’s Land

Nel gennaio del 2016 alcuni manifestanti armati hanno occupato per alcune settimane un edificio governativo localizzato in un remoto avamposto in Oregon, con l’obiettivo dichiarato di denunciare la crescente intrusione del Governo americano nelle loro vite. Una situazione di impasse risolta drammaticamente e che ha lasciato il segno in quella parte di America che è stata poi decisiva all’ascesa di Donald Trump.
Prodotto dal Morgan Spurlock di ‘Super Size Me’, il documentario cerca di presentare gli avvenimenti senza prendere una posizione netta o giudicare in modo fazioso i protagonisti, anche se le loro stesse parole aiutano da subito a chiarirne il pensiero (uno di loro arriva a paragonare il loro movimento alle Pantere Nere degli anni ’60…). Molto è il materiale inedito e l’accesso che il filmmaker ha avuto ai fautori della protesta, e che aiuta a chiarire e meglio comprendere ciò che è successo e le loro motivazioni. Il finale poi, è degno di un thiller d’azione, anche se purtroppo è amara realtà.

AlphaGo (2017)

Documentario prodotto, scritto e diretto da Reuben Atlas e Sam Pollard. Sezione: Spotlight Documentary.

AlphaGo

Go è un antichissimo gioco cinese di strategia, con regole tanto semplici quanto complesse sono le possibili varianti ad ogni mossa. Un team di programmatori inglese ha creato un’intelligenza artificale che riesce a imparare dai propri errori ed è in grado di calcolare molteplici scenari ad ogni fase del gioco. L’obiettivo è quello di affrontare e sconfiggere il campione mondiale di Go, il coreano Lee Sedol.
Pur non conoscendo il gioco, la narrazione risulta comunque avvincente. Seguiamo le fasi dello sviluppo del programma, dai test ai primi scontri con il campione europeo, fino alla sfida a Seoul con il campione mondiale. Forse poteva essere presentato meglio il team dei programmatori per comprendere meglio le logiche che governano l’intelligenza artificiale, perché sono stati (volutamente?) abbastanza generici a riguardo. Inoltre, ad un certo punto si scopre che il programma potrebbe avere un punto debole, perché a volte agisce in modo apparentemente illogoco, ma non vengono date informazioni specifiche, e il tutto sembra quasi aggiunto per creare maggiore tensione.

The Public Image is Rotten (2017)

Diretto da Tabbert Fiiller; nel cast: John Lydon. Sezione: Special Screenings.

The Public Image is Rotten

Finita in maniera piuttosto burrascosa l’esperienza dei Sex Pistols, John Lydon abbandona il nome di Johnny Rotten per fondare la ‘Public Image Ltd.’, nuova fase della sua sperimentazione musicale. Nel corso degli anni la PiL cambierà molte volte stile e membri, con l’unica costante che rimane l’estro creativo di Lydon/Rotten.
Il film diverte e intrattiene, patchwork di svariati documenti dagli anni ’70 ai giorni nostri, ottenuti dal regista anche grazie a una richiesta online indirizzata direttamente ai fan di PiL (anche perché, ha aggiunto scherzando, John non gli ha mai messo i bastoni tra le ruote ma non ha nemmeno aiutato). Esce molto del carattere dirompente e follemente creativo di Lydon. Punto debole del progetto è proprio la vicinanza che si è venuta a creare con il soggetto della documentazione, che ne sminuisce un po’ il valore critico.

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