Far East Film Festival 24 – Il racconto della quarta giornata: I Am What I Am e The Assistant lasc
26/04/2022
Complice l'uggioso cielo friulano, non sono pochi gli spettatori che hanno scelto di passare il 25 aprile in compagnia del Far East Film Festival. Una giornata particolarmente fortunata dal punto di vista qualitativo, che ha visto in competizione diversi titoli molto diversi tra loro, non solo per Paese ma anche per genere e registro. Andiamo a vederli insieme.

MY SMALL LAND (GIAPPONE)

E' raro trovare un film giapponese disposto a trattare un tema delicato come quello dell'immigrazione, e ancora più inusuale trovare una protagonista multiculturale come Lina Arashi, giovane modella di origini tedesche, russe e iraniane, qui al suo debutto su grande schermo. Il film racconta della diciassettenne Sarya, di origini curde ma ben inserita nella società giapponese, e delle responsabilità che si deve assumere quando al padre viene negato il permesso di soggiorno. L'assurdità delle leggi giapponesi sull'immigrazione, con la loro glaciale burocrazia, sono raccontate tramite gli occhi di una ragazza schiacciata tra due mondi ai quali, per motivi più forti di lei, non può appartenere pienamente. Un dramma preciso e compassionevole, scritto e diretto da una giovane allieva di Kore-eda, Emma Kawawada, qui al suo esordio alla regia.  


I AM WHAT I AM (CINA)

La Danza del Leone rappresenta una tradizione importantissima in Cina, essendo condotta da formidabili acrobati ed equilibristi in occasione delle festività più importanti, come il Capodanno cinese. Juan non è un grande atleta: è un ragazzo magro come un fuscello che vive col nonno in un villaggio di contadini, mentre i genitori sono a Canton a lavorare in un cantiere per guadagnare abbastanza per tutti. Ma il sogno più grande di Juan è proprio quello di partecipare al torneo di Danza del Leone, insieme agli amici Mao e Gou. Per questi giovani emarginati la Danza diventa un mezzo di emancipazione ed elevazione sociale. Yuqiang, un ex danzatore che ora vende pesce salato, si offre di aiutarli. Il cammino è impervio e pieno di ostacoli, ma i ragazzi sono determinati a tutto per esaudire il proprio desiderio di rivincita. Frutto di due anni di produzione, I Am What I Am è un film d'animazione digitale sbalorditivo e spettacolare, capace di stupire sia nella dinamicità delle scene di danza, veramente spettacolari, sia nella resa nei minimi dettagli degli ambienti, da Guangzhou alla campagna limitrofa. Dal punto di vista narrativo il film è un racconto di formazione epico che, come spesso accade nei film distribuiti sotto l'egida del ministero della cultura, vuole essere eco e simbolo della determinazione del popolo cinese. I Am What I Am evita però le trappole della propaganda facendo affezionare gli spettatori a Juan e alla sua banda di emarginati, premiandoli con un climax epico che lascia genuinamente a bocca aperta.

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