FESCAAAL 31 – Il racconto della terza giornata: una proposta che va dalle manifestazioni ad Hong K
02/05/2022
La terza giornata del FESCAAAL vede una selezione che continua ad essere dominata da pellicole inserite all’interno del concorso EXTR’A e della sezione FLASH. Questa volta l’attenzione degli spettatori è stata monopolizzata da due tra i film più attesi della rassegna: Revolution of Our Times per il coraggio di investigare avvenimenti invisi al governo cinese come le manifestazioni dei cittadini di Hong Kong e La guerra che verrà, seconda regia di Marco Pasquini, a più di dieci anni di distanza dal Globo d’Oro nel 2010 di Gaza Hospital. Proiettando le repliche dei quattro film che hanno inaugurato il concorso EXTR’A, è stato anche il momento dell’apertura del terzo cinema che ospiterà il festival, il Wanted Clan.
REVOLUTION OF OUR TIMES
Revolution of Our Times è un documentario che si presenta come una scioccante immersione nelle trincee cittadine durante le proteste che hanno recentemente stravolto Hong Kong. Le prime linee e le retrovie sono organizzate secondo una logica certosina che si avvale della tecnologia e di reti segrete per l’attacco e la difesa contro le forze di polizia e i giovani, molti minorenni, sono gli intervistati mascherati di cui il filmmaker Kiwi Chow raccoglie le testimonianze.
Il film è stato presentato all’improvviso nel giorno di chiusura della scorsa edizione del festival di Cannes ed è arrivato in Italia in anteprima nazionale al Pordenone Docs Fest 2022 che ha infatti collaborato alla proiezione di Milano. Il materiale raccolto e montato da Chow appartiene in realtà allo sguardo di tanti filmmakers e alcuni giornalisti che hanno preso parte alle proteste e per le quali molti stanno affrontando conseguenze legali (il documentario è infatti proibito in Cina e in altri territori). Un’azione coraggiosa e necessaria, che sfrutta ogni tipo di immagine e mezzo per costruire un racconto dei e sui nostri tempi.
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REVOLUTION OF OUR TIMES
Revolution of Our Times è un documentario che si presenta come una scioccante immersione nelle trincee cittadine durante le proteste che hanno recentemente stravolto Hong Kong. Le prime linee e le retrovie sono organizzate secondo una logica certosina che si avvale della tecnologia e di reti segrete per l’attacco e la difesa contro le forze di polizia e i giovani, molti minorenni, sono gli intervistati mascherati di cui il filmmaker Kiwi Chow raccoglie le testimonianze.
Il film è stato presentato all’improvviso nel giorno di chiusura della scorsa edizione del festival di Cannes ed è arrivato in Italia in anteprima nazionale al Pordenone Docs Fest 2022 che ha infatti collaborato alla proiezione di Milano. Il materiale raccolto e montato da Chow appartiene in realtà allo sguardo di tanti filmmakers e alcuni giornalisti che hanno preso parte alle proteste e per le quali molti stanno affrontando conseguenze legali (il documentario è infatti proibito in Cina e in altri territori). Un’azione coraggiosa e necessaria, che sfrutta ogni tipo di immagine e mezzo per costruire un racconto dei e sui nostri tempi.
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