Full Metal Jacket: le vostre analisi!
11/12/2021
Durante il workshop dedicato all'analisi del film di Stanley Kubrick abbiamo proposto ai partecipanti di scrivere una loro analisi di "Full Metal Jacket": ecco il lavoro che ha meritato la pubblicazione!
La trasformazione omicida: un parallelismo tra Palla di Lardo e Genny Savastano
di Alessandro B.
I primi 40 minuti di Full Metal Jacket (1987) sono ambientati in un campo addestramento dei Marines dove un gruppo di giovani appena arrivati viene affidato al duro e spietato sergente Hartman. Il suo discorso iniziale, dove gli attacchi ingiuriosi e i soprannomi assegnati alle reclute rappresentano solo l'inizio del trattamento che li aspetta, è ormai entrato nella storia del cinema. Già da subito l'attenzione viene attratta dal soldato Leonard Lawrence, ribattezzato Gomer Pyle - Palla di lardo nella versione italiana, in uno dei rari esempi in cui i traduttori hanno avuto una intuizione felice. Leonard è grasso e sembra avere qualche ritardo mentale, fin dalla prima sequenza, quella della rasatura dei capelli a zero, sul suo volto compare un ghigno tra l'ebete, lo spaesato ed il sarcastico che fa imbestialire il sottufficiale, che non mostrerà alcuna pietà per lui, ma avrà un atteggiamento persecutorio fatto di insulti ed offese. I suoi errori saranno presto fatti pagare all'intera squadra, che svilupperà un senso di vendetta nei suoi confronti: una notte tutti i compagni lo colpiranno in pancia con delle saponette avvolte negli asciugamani. Verso il finale dell'addestramento si scopre che Leonard è un infallibile tiratore, comincia a manifestare segni di follia parlando col proprio fucile, ribattezzato Charlene, il fisico diventa più asciutto e compare uno sguardo omicida, fino alla memorabile sequenza finale della prima parte: Leonard è da solo in bagno col suo fucile, entrano prima Joker, l'unico compagno che ha mostrato un minimo di compassione verso di lui, poi un tragicomico Hartman in mutande, maglietta e cappello, che sbraita come al solito; Leonard uccide il sergente, risparmia l'amico e poi si spara in bocca una pallottola full metal jacket inondando di sangue un ambiente completamente bianco.
Con un accostamento ardito proviamo a proporre un confronto con la figura di Genny Savastano, proprio quando stanno andando in onda le puntate della quinta e conclusiva stagione di Gomorra - la serie. Il personaggio interpretato da Salvatore Esposito ha avuto negli anni una evoluzione inattesa, diventando un volto iconico e probabilmente l'attore italiano più riconoscibile all'estero. La sua caratteristica principale è di cambiare in continuazione, calandosi in panni e ruoli sempre diversi e riuscendo a superare i gravi traumi che gli sono stati riservati. Avendo in mente questa evoluzione è sorprendente riguardare i suoi primi passi nella serie: Genny ci viene presentato all'inizio come un giovane sovrappeso, svogliato, arrogante e inconcludente, cresciuto all'ombra di un padre spietato e carismatico, il boss Pietro (Fortunato Cerlino) ed di una madre ingombrante e possessiva (Maria Pia Calzone), già da subito si intuisce l'importanza del rapporto con Ciro Di Marzio (Marco D'Amore), guida, modello, ma anche rivale e traditore, che diventerà la colonna portante dell'intera opera. Genny insiste per partecipare alle imprese criminali, ma viene preservato da quelle più pericolose; quando arriva il suo battesimo del fuoco, uccidere un tossico inerme si rivela pauroso ed incapace, mentre è bravissimo a creare danni in una discoteca di un territorio rivale, costringendo il padre ad intervenire. Anche nei confronti della ragazza di cui è innamorato si mostra impacciato e spocchioso, malgrado non badi a spese in regali e per organizzare una serenata da sogno. Con l'arresto del padre, è soprattutto la madre a trovarsi a gestire il clan e a dover ricostruire la mappa degli investimenti fatti in quegli anni. È proprio lei a costringerlo ad andare in Honduras per prendere dei contatti diretti con i fornitori di droga; di questo lungo e fondamentale periodo non abbiamo immagini: Genny torna completamente trasformato nel fisico, asciutto e muscoloso, nella capigliatura, con l'inconfondibile cresta, ma soprattutto nello sguardo, aggressivo ed omicida. Le azioni seguono di conseguenza, per prima cosa uccide il cane della madre che lo aveva aggredito, poi un suo vecchio compagno di scuola, colpevole di averlo disturbato durante un pranzo importante, è lui il nuovo boss e da allora inizierà una lunga e sanguinosa faida all'interno del proprio clan tra i suoi più giovani sostenitori ed i membri anziani fedeli alla linea del padre.
Vincent d'Onofrio dopo il folgorante esordio con Full Metal Jacket ha avuto una lunga e onorevole carriera, che continua tuttora, ma mai più ha ricoperto un ruolo così intenso e memorabile, l'augurio per Salvatore Esposito è di regalarci ancora personaggi originali e complessi in grado di emozionare e sorprendere.
La trasformazione omicida: un parallelismo tra Palla di Lardo e Genny Savastano
di Alessandro B.
I primi 40 minuti di Full Metal Jacket (1987) sono ambientati in un campo addestramento dei Marines dove un gruppo di giovani appena arrivati viene affidato al duro e spietato sergente Hartman. Il suo discorso iniziale, dove gli attacchi ingiuriosi e i soprannomi assegnati alle reclute rappresentano solo l'inizio del trattamento che li aspetta, è ormai entrato nella storia del cinema. Già da subito l'attenzione viene attratta dal soldato Leonard Lawrence, ribattezzato Gomer Pyle - Palla di lardo nella versione italiana, in uno dei rari esempi in cui i traduttori hanno avuto una intuizione felice. Leonard è grasso e sembra avere qualche ritardo mentale, fin dalla prima sequenza, quella della rasatura dei capelli a zero, sul suo volto compare un ghigno tra l'ebete, lo spaesato ed il sarcastico che fa imbestialire il sottufficiale, che non mostrerà alcuna pietà per lui, ma avrà un atteggiamento persecutorio fatto di insulti ed offese. I suoi errori saranno presto fatti pagare all'intera squadra, che svilupperà un senso di vendetta nei suoi confronti: una notte tutti i compagni lo colpiranno in pancia con delle saponette avvolte negli asciugamani. Verso il finale dell'addestramento si scopre che Leonard è un infallibile tiratore, comincia a manifestare segni di follia parlando col proprio fucile, ribattezzato Charlene, il fisico diventa più asciutto e compare uno sguardo omicida, fino alla memorabile sequenza finale della prima parte: Leonard è da solo in bagno col suo fucile, entrano prima Joker, l'unico compagno che ha mostrato un minimo di compassione verso di lui, poi un tragicomico Hartman in mutande, maglietta e cappello, che sbraita come al solito; Leonard uccide il sergente, risparmia l'amico e poi si spara in bocca una pallottola full metal jacket inondando di sangue un ambiente completamente bianco.
Con un accostamento ardito proviamo a proporre un confronto con la figura di Genny Savastano, proprio quando stanno andando in onda le puntate della quinta e conclusiva stagione di Gomorra - la serie. Il personaggio interpretato da Salvatore Esposito ha avuto negli anni una evoluzione inattesa, diventando un volto iconico e probabilmente l'attore italiano più riconoscibile all'estero. La sua caratteristica principale è di cambiare in continuazione, calandosi in panni e ruoli sempre diversi e riuscendo a superare i gravi traumi che gli sono stati riservati. Avendo in mente questa evoluzione è sorprendente riguardare i suoi primi passi nella serie: Genny ci viene presentato all'inizio come un giovane sovrappeso, svogliato, arrogante e inconcludente, cresciuto all'ombra di un padre spietato e carismatico, il boss Pietro (Fortunato Cerlino) ed di una madre ingombrante e possessiva (Maria Pia Calzone), già da subito si intuisce l'importanza del rapporto con Ciro Di Marzio (Marco D'Amore), guida, modello, ma anche rivale e traditore, che diventerà la colonna portante dell'intera opera. Genny insiste per partecipare alle imprese criminali, ma viene preservato da quelle più pericolose; quando arriva il suo battesimo del fuoco, uccidere un tossico inerme si rivela pauroso ed incapace, mentre è bravissimo a creare danni in una discoteca di un territorio rivale, costringendo il padre ad intervenire. Anche nei confronti della ragazza di cui è innamorato si mostra impacciato e spocchioso, malgrado non badi a spese in regali e per organizzare una serenata da sogno. Con l'arresto del padre, è soprattutto la madre a trovarsi a gestire il clan e a dover ricostruire la mappa degli investimenti fatti in quegli anni. È proprio lei a costringerlo ad andare in Honduras per prendere dei contatti diretti con i fornitori di droga; di questo lungo e fondamentale periodo non abbiamo immagini: Genny torna completamente trasformato nel fisico, asciutto e muscoloso, nella capigliatura, con l'inconfondibile cresta, ma soprattutto nello sguardo, aggressivo ed omicida. Le azioni seguono di conseguenza, per prima cosa uccide il cane della madre che lo aveva aggredito, poi un suo vecchio compagno di scuola, colpevole di averlo disturbato durante un pranzo importante, è lui il nuovo boss e da allora inizierà una lunga e sanguinosa faida all'interno del proprio clan tra i suoi più giovani sostenitori ed i membri anziani fedeli alla linea del padre.
Vincent d'Onofrio dopo il folgorante esordio con Full Metal Jacket ha avuto una lunga e onorevole carriera, che continua tuttora, ma mai più ha ricoperto un ruolo così intenso e memorabile, l'augurio per Salvatore Esposito è di regalarci ancora personaggi originali e complessi in grado di emozionare e sorprendere.