James Dean – La gioventù bruciata di un tormentato ribelle del cinema
07/02/2021
«Dopo Montgomery Clift venne Marlon Brando, e dopo Brando venne James Dean». Difficile riassumere meglio la figura di James Dean (Marion, 8 febbraio 1931 – Cholame, 30 settembre 1955) di quanto abbia fatto il grande regista, sceneggiatore e critico cinematografico Peter Bogdanovich con questa telegrafica e puntualissima disamina. Totem immortale dello star system hollywoodiano, Dean, dopo aver fatto un po' di TV e aver recitato (non accreditato) per Fuller, Walker, Brooks, Sirk e Curtiz, si è guadagnato gloria eterna grazie a tre indimenticabili ruoli da protagonista,

Gioventù bruciata (1955) di Nicholas Ray non è solo il film più iconico per l’attore, ma probabilmente è il titolo che meglio rappresenta l’esistenza di un talento spentosi troppo precocemente, a causa di un incidente d’auto, a soli 24 anni. La pellicola si impone come un manifesto generazionale entrato nel mito: mai prima di allora al centro di un film si erano visti gli adolescenti, i loro problemi d'incomunicabilità e le prime pulsioni sessuali (anche omoerotiche) trattate con un tale spessore. Per Dean, sensuale e nevrotico «eroe baudelairiano» (come lo definì Truffaut), è la definitiva consacrazione a icona culturale. Sempre nel 1955, è protagonista del magnifico mélo tratto da Steinbeck La valle dell’Eden di Elia Kazan, in un ruolo rifiutato da Marlon Brando e che avrebbe potuto essere di Paul Newman: l'attore dimostra tutto il suo talento e viene nominato all’Oscar e premiato (postumo) con il Golden Globe. Uno dei film americani più significativi e moderni degli anni '50, esaltato dallo stile fiammeggiante di Kazan, giocato su ellissi narrative, inquadrature oblique e un magistrale utilizzo del formato panoramico. Il gigante (1956), monumentale epopea famigliare diretta da George Stevens,  è passato alla storia come l'ultimo dei tre film in cui compare come protagonista James Dean, la cui improvvisa morte in un incidente stradale è avvenuta proprio sul finire delle riprese.


«Capire il completo significato della vita è compito dell'attore; interpretarla il suo problema; ed esprimerla la sua missione. Essere un attore è la cosa più solitaria del mondo. Sei completamente da solo con la tua concentrazione e con la tua immaginazione, e quello è tutto ciò che hai. Essere un buon attore non è facile. Essere un uomo è ancora più difficile. Voglio essere entrambi prima di morire».




© Sid Avery, 1955.



L'insofferente diciassettenne Jim Stark interpretato in Gioventù bruciata è il ruolo simbolo all'interno della carriera di Dean. Sguardo magnetico e viso ripulito che hanno fatto epoca, esattamente come il giubbottino rosso che indossava.



Il celeberrimo scatto del 1955 di Dennis Stock, storico fotografo della rivista Life, che ritrae James Dean passeggiare in una piovosa Times Square, a Manhattan. Un'immagine entrata nell'immaginario collettivo.



Opulenza, avidità, fama di successo, tensioni famigliari, violenti conflitti emotivi pronti a esplodere: il tormento e l'estasi di un'America costretta a fare i conti con se stessa e le proprie contraddizioni. Pachidermico melodramma d'antan, Il gigante rimane un titolo di culto assoluto, nobile precursore di saghe televisive come Dallas e Dynasty. Impossibile dimenticare Dean con il corpo ricoperto di petrolio, l'oro nero bramato da tutti.



Qui l'attore è colto in un momento di intimità insieme al suo cuginetto Markie. La fotografia, che fa parte della serie di scatti realizzata da Dennis Stock e apparsa su Life nel 1955 (così come la mitica foto dal barbiere), racchiude tutta la tenerezza di un ribelle dal cuore d'oro.



Torn Sweater Series, 1954.
© Roy Schatt.



Nell'adattare una parte dell'omonimo romanzo di John Steinbeck, con La valle dell'Eden Elia Kazan raggiunge uno dei suoi più alti risultati con un sublime mélo di formazione che mescola il mito di Edipo e il racconto biblico di Caino e Abele. E James Dean offre la sua prova più straordinaria, una delle vette assolute dello stile che ha contraddistinto l'Actors Studio.



«Dream as if you'll live forever. Live as if you'll die today».



Set de Il gigante, 1956.



© Corbis Images.

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