Gaspar Noé, sopravvissuto alla morte, ha girato il suo film più personale
20/07/2021

Lo stesso giorno in cui Gaspar Noé ha presentato in anteprima il suo nuovo film Vortex al Festival di Cannes 2021, ha pubblicato anche un'immagine allarmante su Instagram. La foto, intitolata "Emorragia cerebrale-Giorno 11", mostrava il regista argentino di 57 anni in camice da ospedale e collegato a un respiratore. Fan e amici hanno postato commenti per offrire i loro migliori auguri al regista. "L'universo ha ancora bisogno dei tuoi film", uno dei tanti commenti. Come si è successivamente scoperto Noé, habitué nel disorientare il pubblico con intense provocazioni psichedeliche come accaduto in Enter the Void e Climax, aveva bluffato: la foto sopracitata risaliva a più di un anno fa. Il regista è sopravvissuto a una emorragia poco prima della pandemia, un duro colpo che ha portato il regista a realizzare il suo film più intimo.


Il nome stesso di Noé è spesso associato ad un cinema sovversivo da quasi 20 anni, da quando il suo Irreversible è stato presentato in anteprima a Cannes nel 2002. Eppure Vortex vede, al contrario, il regista lavorare in maniera più accessibile. Il film è interpretato dal maestro italiano del giallo Dario Argento e da Francoise Lebrun nei panni di una coppia anziana che vive i suoi ultimi giorni in un appartamento angusto, mentre la protagonista perde lentamente la testa. La pellicola mostra il solito formalismo avventuroso tipico di Noé, svolgendosi per quasi tutta la durata del film in split screen. La stessa procedura viene usata saggiamente per mettere in mostra le due esperienze complementari della coppia mentre il loro mondo diventa sempre più instabile. Pochi giorni prima della première a Cannes di Vortex, il regista ha parlato con Indiewire su come le sue recenti esperienze abbiano ispirato il suo nuovo progetto. 


"Un anno e mezzo fa ho avuto un'emorragia cerebrale e sono quasi morto. Sono sopravvissuto e miracolosamente non ho avuto alcun danno cerebrale. Ma mi hanno consigliato di rimanere a casa. Due mesi dopo essere uscito dall'ospedale, il confinamento è iniziato ovunque. Quindi ho passato sei mesi in silenzio a guardare film di Mizoguchi a casa. Guardavo uno o due capolavori giapponesi ogni giorno. È stato probabilmente il periodo più pacifico di tutta la mia vita. Sarei potuto morire e improvvisamente ho avuto una seconda chance. Ci sono cose che ti interessano di meno. Ma ci sono cose che possono sembrare meno preziose. Non prendo un solo farmaco da quando ho avuto l'emorragia cerebrale. Ho smesso anche di fumare. Ho smesso di mettere il sale nel cibo. Non mi manca neanche il sale". E ancora: "Era da un po' che pensavo di fare un film con personaggi più vecchi. C'è l'avevo in mente da 3 o 4 anni. Quando sono andato a trovare mio padre in Argentina per Capodanno, sapevo che dovevo fare questo film. Ho cominciato a scrivere 10 pagine e speravo di ottenere sussidi statali. Canal Plus ha pre-acquistato la sceneggiatura quando era lunga solo una decina di pagine. A marzo abbiamo trovato la location. Il nostro incredibile scenografo, Jean Rabasse, ha creato questa stanza che sembra una casa. Ho girato il film tra aprile e maggio. Abbiamo iniziato con il montaggio a metà maggio".

Su Dario Argento: "L'ho visto sul palco della cineteca francese e può parlare per un'ora senza una sola domanda perché parla così velocemente. È come uno spettacolo personale. E tutti lo adorano. Per fortuna sua figlia Asia mi ha aiutato a convincerlo a fare il film"

Fonte: IndieWire

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