Il cinema di Marco Bellocchio - Le vostre analisi!
29/12/2022
Al termine del webinar dedicato al cinema di Marco Bellocchio abbiamo chiesto ai partecipanti di scrivere un'analisi relativa al cinema di questo importante autore italiano. Ecco le più interessanti:
Chiara, l’io fantasticato di ‘Buongiorno Notte’
di Cristina Contini
Nel film onirico sul rapimento Moro di Marco Bellocchio, il personaggio della giovane brigatista interpretata da Maya Sansa emana un fascino quasi ipnotico.
Una ragazza apparentemente semplice, educata, accogliente, eppure complice degli altri sequestratori, convinta rivoluzionaria.
Ed è l’unica capace di ‘compassione’, ovvero è in grado di partecipare al dramma di Aldo Moro ‘cum patio’, percependo e toccando di più con l’anima tutti i risvolti emotivi del sequestro.
L’evoluzione psicologica della donna parte da un’iniziale rigidità ed ansia di controllo (spia continuamente il Presidente) ad una crescente empatia, curiosità autentica verso di lui, che fa vacillare sempre più vorticosamente i suoi ideali di lotta armata.
Ed ecco che nella scena in cui Mariano (Lo Cascio) le consegna la lettera di Moro per i suoi familiari, Chiara chiede di poterla leggere e si tuffa in un’esplosione poetica di sentimento.
Un’Italia che si è auto-flagellata non può trovare giustificazione, solo un po' di conforto nell’umanità di questa donna che esprime decisamente l’io narrante di Bellocchio, che accetta con dolore i fatti storici ma li proietta in una dimensione di ripensamenti, ambiguità, sogni, certamente proiettivi.
E alla fine ci si chiede: è Chiara che sogna Roberto Herlitzka (Moro) camminare libero, sulle note di Shine On Your Crazy Diamond dei Pink Floyd, è Bellocchio, siamo tutti noi?
La scena finale è una danza psichedelica tra sogno e realtà, tra illusione e fine che incombe, tra come sarebbe dovuta andare e come è andata, ma Chiara dorme, è nella sua stanza, resta complice ma è un po' più libera di prima, certamente nelle emozioni.
Chiara, l’io fantasticato di ‘Buongiorno Notte’
di Cristina Contini
Nel film onirico sul rapimento Moro di Marco Bellocchio, il personaggio della giovane brigatista interpretata da Maya Sansa emana un fascino quasi ipnotico.
Una ragazza apparentemente semplice, educata, accogliente, eppure complice degli altri sequestratori, convinta rivoluzionaria.
Ed è l’unica capace di ‘compassione’, ovvero è in grado di partecipare al dramma di Aldo Moro ‘cum patio’, percependo e toccando di più con l’anima tutti i risvolti emotivi del sequestro.
L’evoluzione psicologica della donna parte da un’iniziale rigidità ed ansia di controllo (spia continuamente il Presidente) ad una crescente empatia, curiosità autentica verso di lui, che fa vacillare sempre più vorticosamente i suoi ideali di lotta armata.
Ed ecco che nella scena in cui Mariano (Lo Cascio) le consegna la lettera di Moro per i suoi familiari, Chiara chiede di poterla leggere e si tuffa in un’esplosione poetica di sentimento.
Un’Italia che si è auto-flagellata non può trovare giustificazione, solo un po' di conforto nell’umanità di questa donna che esprime decisamente l’io narrante di Bellocchio, che accetta con dolore i fatti storici ma li proietta in una dimensione di ripensamenti, ambiguità, sogni, certamente proiettivi.
E alla fine ci si chiede: è Chiara che sogna Roberto Herlitzka (Moro) camminare libero, sulle note di Shine On Your Crazy Diamond dei Pink Floyd, è Bellocchio, siamo tutti noi?
La scena finale è una danza psichedelica tra sogno e realtà, tra illusione e fine che incombe, tra come sarebbe dovuta andare e come è andata, ma Chiara dorme, è nella sua stanza, resta complice ma è un po' più libera di prima, certamente nelle emozioni.