Clamoroso tonfo al botteghino americano per Inferno di Ron Howard, nuovo capitolo del sodalizio artistico tra il regista e lo scrittore Dan Brown. Costato 75 milioni di dollari, il nuovo film con protagonista il professor Robert Langdon non è stato in grado di andare oltre i 15 milioni di dollari nei primi tre giorni di programmazione. Inferno ha aperto sotto Boo! A Madea Halloween, commedia di Tyler Perry che racimola altri 16,6 milioni di dollari rispetto alla scorsa settimana e che è costata appena 20 milioni.
Inferno, recensito assai negativamente negli States, si piazza decisamente al di sotto rispetto ai risultati dei precedenti due capitoli della saga cinematografica tratta dalla creazioni letterarie di Dan Brown, se si pensa agli oltre 77 milioni de Il codice Da Vinci e ai 46 milioni di Angeli e demoni. Una parabola discendente che tradisce senza appello la stanchezza di un franchise, anche se al di fuori del territorio americano il film ha comunque racimolato 135 milioni di dollari in due settimane.
A pesare sull’abbassamento verticale degli incassi può essere senza ombra di dubbio una minor incandescenza delle tematiche tirate in ballo dal romanzo di partenza (dalla prole di Gesù Cristo alla Firenze dantesca passando per il Vaticano), ma è legittimo provare a intavolare qualche riflessione in più sulle cause dell’insuccesso.
Come fa, ad esempio, Variety in questo interessante articolo, dove la perdita di appeal di Inferno è collegata alla crescita impetuosa della pratica del binge-watching e a Netflix. Come a voler dire: i dieci anni che ci separano da Il Codice Da Vinci non sono passati invano e l’intertestualità e l’infinità di rimandi interni, marchio di fabbrica della serie e del suo coltissimo protagonista, oggi si ritrovano a fare i conti con nuove pratiche di visione, di informazione diretta, di consumi digitali su Internet. Legittimo, dunque, che possano apparire sorpassate e polverose, per i modi e le forme in cui sono proposte.
Per Howard si tratta in ogni caso del quarto flop consecutivo in patria, dopo i risultati poco convincenti al box-office dei suoi tre film precedenti: Il dilemma, Rush e Heart of the Sea – Le origini di Moby Dick.