L’avventura con i Defenders è ormai alle spalle, ma il vero dramma irrisolto per Jessica Jones (Krysten Ritter) è ancora un volta il suo passato. Un passato che non ha più il volto di Kilgrave (David Tennant), ma è qualcosa di più subdolo, che vive dentro di lei e non la lascia tranquilla, mai. La sua attività di investigatrice privata alla Alias, intanto, prosegue, anche se ora bisogna fare i conti con la sua fama di vigilante tanto reale quanto indesiderata dalla ragazza, che continua ad affogare nell’alcol la sua fragilità : lei, come sottolineato durante il primo episodio della seconda stagione, a dispetto della sua forza è uno degli esseri umani più fragili che ci siano. Infatti, tutto accade come se quanto avvenuto con i Defenders non fosse mai successo: nell’opinione pubblica, lei è solo un’assassina, ed è una dimensione con cui è difficile convivere e che non fa che acuire la rabbia e la frustrazione che la protagonista cova dentro di sé.
Una seconda stagione che parte a ritmo basso – come avvenuto già con la precedente, va detto – e in cui si delinea già un indirizzo ben preciso: il desiderio di mettere ancora di più al centro la donna, tanto da lanciare la serie proprio l’8 marzo, al quale si aggiunge la decisione di affidare sempre a una donna la regia di ogni episodio, una scelta coerente con il percorso “al femminile†imboccato dalla precedente, anche se nei primi cinque episodi è un proposito che viene portato all’eccesso, quasi al grottesco, diminuendo in efficacia.
Dopo 5 puntate (neanche metà : saranno 13 come di consueto per i prodotti Marvel) è rischioso esporre un giudizio, ma le sensazioni purtroppo non sono molto positive, anzi: la trama fatica a decollare, la sceneggiatura appare abbastanza sfilacciata e poco solida e a questo si aggiungono scelte estetiche quantomeno rivedibili. Ed è un peccato, se si pensa che la forza delle produzioni Marvel meglio riuscite (Daredevil, Punisher e la prima stagione di Jessica Jones, appunto) stava nel loro essere realistiche, verosimili, senza il bisogno di effetti speciali particolari e nell’affidarsi a una fotografia estremamente curata. La rotta si è ora invertita: tanti effetti e poche scelte estetiche incisive, il tutto a indebolire un intreccio che ancora stenta a decollare.
Le basi per uno sviluppo interessante ci sarebbero tutte: da dove arrivano questi mutanti? Che cosa è successo nel periodo di totale oblìo durante il ricovero di Jessica? E Kilgrave? La speranza è che siano basi solide per una trama in divenire, che dopo una partenza sincopata possa trovare un ritmo coinvolgente e appassionante, perché la personalità della protagonista non può bastare a reggere 13 episodi (e non saranno certo riferimenti a Spiderman, agli Avengers, o un richiamo evidente alle ultime accuse di abusi nel mondo del cinema a salvare una serie da cui ci si aspetta molto, ma che finora non sta ripagando le attese.
Ci sono ancora 8 episodi, c’è ancora tempo per ricredersi.