La saga di Dragon Trainer: quando il coming of age è una questione di addii
07/08/2020
A ormai 10 anni da quando uscì il primo capitolo della trilogia di Dragon Trainer possiamo ormai ragionevolmente affermare di essere stati spettatori di uno dei titoli più amati e meglio riusciti della DreamWorks. La storia del draghetto Sdentato e del suo cavaliere Hiccup ha fatto facilmente breccia nei cuori di molto spettatori grazie a un comparto tecnico di tutto rispetto e a una soundtrack talmente suggestiva da evocare l’eccitazione dell’avventura, donando al contempo al film le magiche atmosfere fantastiche della fiaba. Validi film di intrattenimento quindi, ma al contempo sostenuti da una struttura narrativa solida, capace di traghettarci in quello che a tutti gli effetti è un coming of age.

In Dragon Trainer (2010), primo capitolo della saga, troviamo il giovane Hiccup intento a cercare il proprio posto nel mondo, tentando di orientarsi in quel vortice di confusione che è l’adolescenza. Hiccup, come molti ragazzi, è alla ricerca della propria identità: il suo essere così timido, gentile e goffo stride con l’immagine del vichingo tutto d’un pezzo; questa dicotomia fra ciò che Hiccup è e ciò che invece la società si aspetta da lui, genera conflitti e incomprensioni fra il nostro protagonista e suo padre. Le qualità e le virtù di Hiccup sono percepite come una debolezza dagli abitanti di Berk, ma saranno proprio queste “debolezze” a permettergli di stringere un legame con Sdentato, rivelandosi quindi dei punti di forza. Hiccup otterrà l’accettazione del villaggio e del padre soltanto quando smetterà di inseguirla, arrivando così ad accettare il suo Io. La coda ferita di Sdentato e la gamba di legno di Hiccup sono il simbolo dell’unione dei due, una efficace rappresentazione di come una ferita possa rivelarsi un punto di forza.



In Dragon Trainer 2 (2013) il nostro protagonista sta ormai per affacciarsi all’età adulta. Le responsabilità a cui sta inevitabilmente andando incontro sono un fardello troppo pesante per Hiccup che, ancora legato a quella spensieratezza e leggerezza che caratterizzano la gioventù, cerca di evitare i suoi obblighi e i suoi doveri. La divisione manichea fra bene e male che spesso caratterizza la giovinezza qui lascia spazio alle infinite sfumature di grigio di cui è invece tinta l’età adulta. Il viaggio di formazione di Hiccup deve passare da un’ulteriore perdita: dopo la gamba del primo film, a venire meno è adesso il sostegno del padre. La morte di Stoick spinge Hiccup a camminare con le sue stesse gambe, diventando finalmente il capo (proprio come sdentato che diventa l’Alpha del branco) che era destinato a essere.



Con Dragon Trainer – Il mondo nascosto (2019) si conclude il cammino di crescita del nostro eroe. Fiaba dai contorni dolcemente malinconici in cui riecheggia l’urgenza di fare i conti con i propri limiti e le proprie responsabilità. Pellicola in grado di veicolare un triste, proprio perché veritiero, messaggio: le relazioni e le amicizie non durano per sempre. Hiccup e Sdentato, amici e fratelli, imboccano due sentieri differenti in quel viale pieno di svolte e incroci che è la vita. Il momento della separazione è struggente, ma è l'ennesimo passo necessario per la crescita del nostro protagonista. Anche se il cavaliere e il suo drago si sono separati, la connessione fra i due e il ricordo del loro rapporto saranno sempre lì, cristallizzati nel tempo.



Simone Manciulli

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