L'arte infinita degli effetti speciali pratici - Una mostra imperdibile alla Fabbrica del Vapore
21/04/2025
Siamo stati alla bellissima mostra "L'arte infinita degli effetti speciali pratici", in programma alla Fabbrica del Vapore fino al 18 maggio e ne abbiamo scritto così:

I rapporti tra l’analogico e il digitale non sono mai stati così tesi come in questo dato periodo storico, specie a seguito dell’emersione e presa di potere dell’intelligenza artificiale un po’ in tutti i settori lavorativi. Se da una parte cominciamo a fare i conti con il numero, sempre crescente, di professioni che lasceranno inevitabilmente il posto all’AI, dall’altra sottoscriviamo acrimoniosi le dichiarazioni di chi, per esempio, vistosi tradito da una tecnologia che è in grado di tratteggiare le foto degli internauti con disegni pressoché identici a quelli prodotti dal suo studio di animazione, saluta questa implementazione come l’aberrazione più totale. Ti siamo vicini, Hayao.

E quindi, forse, anche il parlare di effetti speciali pratici al cinema potrebbe diventare demodé. Eppure, alla Fabbrica del Vapore a Milano, la mostra dal titolo “L’arte Infinita degli effetti speciali pratici” assume il lodevole intento di recepire e far suo quel moto di resistenza che deve portare noi cinefili a porgerci degli interrogativi sullo stato di salute del cinema odierno. Come fa ciò? Raccontandoci di come negli anni ’80 l’avvento del digitale non fosse giunto a un punto tale da scalfire la centralità che alcune maestranze (come scultori, make-up artist, pittori di fondali) assumevano nel creare mondi immaginifici e universi magici. Prendendo come  caso di studio il film fantasy del 1984 “La Storia Infinita” di Wolfgang Petersen ma citando anche altri grandi cult cinematografici degli eighties, “L’arte infinita” rappresenta una delle possibilità di salvare un cinema analogico che oggigiorno è dato per malato e visto come morituro.



L’esposizione è stata ideata e curata da Go Practical, brand cinematografico imperniato attorno alla figura del docente Marcello Baretta – e che fa dell’approccio pratico al cinema il suo modus agendi, ma anche da FX Lab e coprodotta dalla medesima Fabbrica del Vapore.

Parole forti, quelle usate dallo stesso Marcello Baretta alla conferenza stampa di inaugurazione dell’esposizione. E che, non potendoci lasciarci indifferenti, vogliamo riportare di seguito: “Le nuove generazioni possono e debbono imparare dal passato, costruendo l’oggi e quindi cambiando il domani. Noi possiamo, dobbiamo, rendere il cinema nuovamente quella “sindone del mondo” di cui parlava Bazin: l’impronta di ciò che è lì, dinanzi alla cinepresa. Tangibile, attuale, imperituro”.  

In un mondo sempre più digitalizzato e in cui le relazioni interpersonali, laddove presenti, sono ridotte al minimo, la società in cui viviamo spinge sempre più verso l’esplorazione di tecnologie che ci allontanano dalla nostra umanità e che si sostituiscono ai talenti, specie nell’industria cinema. “Posare il telefonino e prendere in mano una matita è un passo che possiamo compiere per ritrovare noi stessi, per tornare a essere materici, plastici, tangibili”, continua Baretta, evidenziando come con Go Practical abbia di recente fondato, all’interno degli spazi dell’Università IULM, il primo laboratorio in Italia di effetti analogici; discostandosi così dall’imprinting didattico, volto alla sola educazione digitale, che altri atenei e accademie hanno sposato. Non a caso, all’interno dello Spazio Cisterne vi è anche la possibilità di usufruire di un’area creativa interna alla mostra, che mette a disposizione dei visitatori matite, pennarelli, acquerelli, fogli e tutto ciò che serve per sfogare la loro creatività. Il vero valore aggiunto di questa iniziativa.


“L’arte infinita”, fin dai primi passi compiuti all’interno dei suoi spazi, vuole invitare il visitatore a “saltare oltre lo schermo, infrangendo la barriera che separa realtà e fantasia, scoprendo che oltre tale barriera i sogni possono essere toccati con mano”. E questo anche grazie a FX Lab, brand che nel corso dell’ultimo anno si è adoperato nel raccogliere e restaurare tutto il materiale di repertorio che è possibile osservare all’interno della mostra stessa: fotografie dai set cinematografici e cimeli di varia natura tra vinili, poster, pellicole.

Presente alla conferenza stampa anche la direttrice della Fabbrica del Vapore, Maria Fratelli, che ha evidenziato come due siano gli obiettivi perseguiti da “L’arte infinita degli effetti speciali pratici”: comprendere il nostro presente storico e saggiarne la componente di magia, al riparo dalla dematerializzazione e semplificazione del nostro agire e da quel processo di datizzazione cui siamo costantemente esposti. Maria Fratelli ha quindi paragonato questa fiera a una “lezione di resistenza, che ci incita non tanto a rifiutare l’esistente quanto a porci nell’ottica di studiarlo senza perdere di vista la componente magica che il digitale rischia di farci dimenticare”.

Davvero toccante la riflessione finale, che Maria Fratelli ha condotto, e che vuole spronarci ad apprezzare quella variazione infinitesima, quell’unicità del gesto che ciascuno di noi compie quando esprime se stesso: tramite un disegno, tramite una pennellata. Un “errore” umano che l’infallibile intelligenza artificiale non compirebbe ma che rimarca la specificità di ciascuno di noi, il nostro essere unici e irripetibili.


Durante la conferenza stampa stati premiati con una targa onoraria gli ospiti internazionali presenti, ossia alcuni degli artisti che hanno partecipato alla realizzazione degli effetti speciali pratici de “La Storia Infinita”: Caroleen Green, che si è occupata di dipingere i fondali del film (mediante la specifica tecnica del “matte painting”) e Colin Arthur, colui che ha realizzato Falkor il Fortunadrago e tante altre creature e mostri del cinema di quegli anni (coproducendo, in primis, il volto degli ominidi nella famosa “scena delle scimmie” all’inizio di “2001 – Odissea nello spazio” di Kubrick). Da ultimo, presente e premiata anche Sara Sabatini, nipote del compianto Giuseppe Tortora, che insieme a Colin Arthur si è occupato dei mechatronics del fantasy di Petersen.

Enrico Riziero

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