Tra le tante statuette degli Oscar in cui concorre Mank, troviamo quella per i migliori costumi. Ad essersi occupata di tale reparto è stata Trish Summerville, che ha sapientemente riportato in scena gli abiti della Hollywood degli anni ’30. Come essa stessa ha dichiarato, il suo lavoro è stato reso più facile dalle impostazioni monocromatiche degli iPhone, consentendo a lei e al suo team di tradurre istantaneamente le tonalità di colore appropriate. “Ho parlato con Don Burt (lo scenografo) su come sarebbero state le sue tavolozze di colori, in modo che le stanze non fossero così colorate. Volevamo che i toni si fondessero. Per noi costumisti ci doveva essere più bordeaux, viola e nero. Avevamo anche bianchi di guscio o bianchi di panna e ci tenevamo lontani dal nero profondo”, ha dichiarato la costumista.

Per gli uomini, la squadra dei costumisti ha lavorato molto sugli abiti degli sceneggiatori della Paramount writer’s room che vediamo nel film, le cravatte di seta del periodo erano piuttosto complicate: "Trish Summerville ha dovuto determinare il colore e il motivo insieme alla lunghezza e alla larghezza. è stato proprio come mettere insieme diversi pezzi di un puzzle per un grande mosaico".

“Con Mank, volevo mantenerlo nei toni del grigio, del marrone e del gessato. L’ho molto contenuto e poi l’ho cambiato leggermente nel corso del tempo… e aggiustando dove i pantaloni si adattano alla sua pancia per mostrare una progressione dell’aumento del peso".

Per la sequenza della festa di compleanno di Mayer la costumista ha fatto indossare a Davies, la starlet e hostess di Hearst Castle, uno splendido abito dorato. Questo è uno dei punti di forza grazie al quale si lega a Mank durante una memorabile passeggiata al chiaro di luna: “Per questo, volevo che fosse brillante e che catturasse bene la luce. Volevo che trasmettesse questo passaggio dall’interno scuro all’esterno al chiaro di luna rimanendo affascinante”.

Fonte: IndieWire