Master MICA - Analisi di "Annientamento"
24/03/2024
Gli studenti del Master in Management dell'Immagine, del Cinema e dell'Audiovisivo dell'Università Cattolica di Milano, hanno svolto delle interessanti analisi per il corso di Storia e scenari dell'immagine e dell'audiovisivo: le pubblichiamo con piacere sul nostro portale! Complimenti!

Annientamento e l’innocenza della natura
di Gabriele Lippi

Nella primavera del 2018, con un’inesistente campagna promozionale e un lancio mondiale su Netflix, esce quasi di nascosto Annientamento (in originale Annihilation), il secondo film da regista dello sceneggiatore britannico Alex Garland. 

Dopo il successo dei primi lavori da sceneggiatore (28 Giorni Dopo nel 2001, e Sunshine nel 2007, entrambi diretti da Danny Boyle) e lo straordinario debutto registico nel 2015 con Ex Machina, che vinse un Oscar per i Migliori Effetti Speciali e una nomination per la Miglior Sceneggiatura Originale, Garland torna con un film profondamente diverso dai precedenti. 

Adattato dal romanzo omonimo di Jeff VanderMeer del 2014, Annientamento racconta il viaggio di cinque scienziate all’interno del Bagliore, un’area naturale che, in seguito all’arrivo di un meteorite, possiede un’enorme forza elettromagnetica che impedisce ogni scambio di informazioni con l’esterno. Dentro il Bagliore le scienziate faticano a realizzare il passaggio del tempo, non ricordano la strada percorsa e osservano una natura diversa da quella del nostro mondo. La protagonista Lena, biologa ed ex-soldato, studia la flora dove specie diverse di fiori nascono da  radici comuni e la fauna che presenta nei suoi esemplari caratteristiche di razze distanti tra loro, in un incrocio genetico impossibile nella nostra realtà. Attraversando in un tempo imprecisato il Bagliore, le scienziate, partite con l’intento di arrivare al faro dove il meteorite ha avuto il suo impatto col suolo, cadono man mano vittime di questa natura sconosciuta, bellissima e violenta, che le porta a fare i conti con i loro traumi passati. Soltanto Lena e Ventress, la psicologa leader della spedizione, riescono seppur in maniera diversa a entrare in contatto con l’energia sprigionata dal faro e a concludere la spedizione.

La natura aliena non è nuova al cinema di fantascienza: due grandi opere del cinema di Andréj Tarkóvskij, Stalker (1972) e Solaris (1979) sembrano di grande ispirazione per Garland. Stalker, il riferimento più esplicito, parla di una zona terrestre abbandonata per la natura alterata a seguito dell’arrivo di un meteorite o per cause aliene, e da dove nessuno fa mai ritorno tranne gli “stalker”, guide esperte della zona che accompagnano i più temerari nel viaggio. Il secondo film invece racconta dello studio di un pianeta simil-terrestre, Solaris, che sembra avere una forte influenza sulle menti degli astronauti che ci orbitano attorno. Entrambi i film utilizzano queste natura “corrotta” e surreale come metafora della vita: la Zona di Stalker è piena di insidie ma promette la realizzazione dei sogni più intimi di chi riesce ad addentrarsi nel suo cuore, portando molti al suicidio dopo aver realizzato che i desideri nascosti sono più forti di quelli esplicitati. Solaris invece assorbe i sogni degli astronauti palesandoli nel mondo fisico, portando gli uomini alla pazzia quando non riescono più a distinguere le loro memorie dalla realtà.

Allo stesso modo il Bagliore rispecchia i traumi delle scienziate: le modificazioni genetiche sono come un cancro che affligge la natura, proprio come il cancro affligge Ventress e la leucemia uccise la figlia di Cassie, la geomorfologa del gruppo; gli sdoppiamenti delle cellule e l’unione di specie per formarne una nuova ricorda i traumi subiti dalle scienziate, “spezzate” dall’alcolismo, dalla depressione, dai lutti e dalla malattia. Ognuna delle scienziate va incontro ad una morte simbolica, che rispecchia il proprio trauma. Cassie, la prima a morire per mano di un violento orso, soccombe alla natura senza alcuna colpa, ricongiungendosi alla figlia morta per malattia. Anya, paramedica ed ex-alcolista, muore sempre per mano dell’orso, dopo una sua violenta reazione ad esso, esattamente come lei nella vita ha affrontato ogni difficoltà. Josie, dottoranda in fisica, accoglie questi mutamenti genetici e trova armonia in questa nuova natura, lasciando che dalle sue cicatrici derivate dall’autolesionismo nascano germogli, trasformando ogni cellula del suo corpo in quella di una pianta fiorita. Dopo aver passato anni a studiare le leggi della terra senza mai trovare la pace, si lascia accogliere da questo mondo incomprensibile. 

Rimangono solo Ventress e Lena, ostinate a raggiungere il faro. Ventress, che sta morendo per colpa di un cancro, vuole capire fino in fondo l’origine del Bagliore; nel momento in cui riesce ad addentrarsi fino al cuore del meteorite, viene “annientata” dall’energia diventando un tutt’uno con essa. Prima di morire, spaventata da questo processo dice a Lena che l’energia è dentro di lei, che si sta espandendo, che è diversa da ciò che conosciamo, e che non ha una sua volontà. 

Lena si è unita alla missione e vuole raggiungere il faro per capire cosa sia successo al marito Kane, anche lui soldato, che dopo un anno di assenza per una missione segreta è tornato a casa. Dopo essersi sentito male, forze militari rapiscono sia lui che Lena portandoli alla base militare situata accanto al Bagliore. Arrivata al faro, prima di addentrarsi nel cratere provocato dal meteorite, Lena vede un cadavere carbonizzato e una telecamera che ha ripreso il suicidio di Kane e la nascita di una sua copia. 

Subito dopo, anche Lena viene duplicata dall’energia del faro e capisce cosa è successo al marito e chi sia l’uomo tornato da lei. 

Il finale fa capire più di Lena e degli altri esseri umani che dell’alieno. Lena inizia la spedizione con l’intenzione di distruggere, e finisce la spedizione con successo, distruggendo. Il primo istinto che ha Lena, quando la vediamo per la prima volta nel Bagliore, è uscire dalla sua tenda brandendo il fucile. Il suo primo incontro con la fauna è lo scontro violento con un coccodrillo. Le ultime azioni che compie nel Bagliore sono lo sparare d’impulso alla sua copia e distruggere il Bagliore. Tornata alla base militare Lena si rende conto che il Bagliore, nonostante la sua distruzione, è vivo in lei e nel suo codice genetico ormai modificato. Si riunisce con Kane (o il “nuovo” Kane), anche lui per sempre alterato.

La violenza nei confronti della natura si trova anche nei già citati Stalker e Solaris. In Stalker scopriamo che uno degli uomini entrati nella Zona, il Professore, ha intenzione di distruggere con una carica nucleare la stanza che esaudisce i desideri di chiunque entri al suo interno, per evitarne l’uso indiscriminato. In Solaris, la prima reazione del protagonista Kelvin al racconto degli effetti psichici del pianeta è proporre di bombardare il suo oceano; il pilota Berton, colui che più si è avvicinato a Solaris e ne ha subito gli effetti, chiede al compagno: “Vuoi distruggere ciò che non siamo in grado di comprendere? Non sostengo la conoscenza a qualsiasi costo. La conoscenza è valida finché si fonda sulla moralità.”  Su questo tema si appoggia tutta la concezione dell’essere umano in questa cinematografia fantascientifica, ovvero l’uomo come usurpatore violento di una natura a lui incomprensibile – concetto facilmente ritrovabile in ogni momento dell’evoluzione umana.

Nel film Sul globo d’argento di Andrzej Żuławski, cult fantascientifico polacco del 1977 (o 1988, data del rilascio post-censura), vediamo un planetologo, Marek, arrivare su un pianeta simil-terrestre dove la civiltà umana, che ha colonizzato il pianeta anni prima, lo accoglie come il messia che stavano aspettando per sconfiggere gli Shern, la popolazione indigena metà uomo-metà uccello del pianeta. Marek e gli altri umani trovano morale la distruzione degli Shern in quanto la loro umanità li fa sentire diversi e superiori. Ma tra la popolazione colona, sviluppatasi da tre astronauti abbandonati sul pianeta e quindi di natura incestuosa e geneticamente alterata, e gli Shern, che hanno DNA antropomorfo, chi è più umano? I coloni, che vivono in capanne sulla spiaggia e prendono parte a riti primitivi, o gli indigeni Shern, che vivono in città e palazzi che riconosciamo come nostri? 

Il criptico finale di Annientamento lascia con un dubbio: l’esistenza del Bagliore vale meno dell’esistenza dell’uomo? Secondo Lena no. Capisce che non c’è una gerarchia di valore, e come l’energia aliena non aveva l’intenzione di uccidere gli umani, gli umani non hanno così diritto di uccidere l’alieno. La natura di Annientamento è innocente, esattamente come la natura del nostro mondo. Il suo unico difetto è quello di imporsi sul pianeta, imporsi su una natura preesistente; di alterare lo status quo dell’uomo che quando è incapace di sottomettere, distrugge.

Gli annientamenti del titolo sono molteplici: l’annientamento della natura a favore dell’uomo; l’annientamento dell’essenza dell’uomo alla realizzazione della sua insignificanza; l’annientamento dell’etica. Solo capendo il legame indissolubile tra la nostra essenza e quella di tutto ciò che ci circonda, come fa Lena, possiamo diventare capaci non solo di convivere con la natura, ma di vivere in essa.

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