“Da bambino sapevi cosa fosse un confine? Giocavi soltanto,
ignorando di cose si trattasse. Dov’è finita tutta quella saggezza?â€
Un fiume, nell’Irlanda del Nord, scinde la medesima città in due, una parte cattolica, l’altra protestante: i primi la chiamano Derry, i secondi Londonderry.
Alessandro Negrini, regista di origini torinesi, affronta un tema politico e sociale con una delicatezza fuori dal comune. Un focus sul concetto di separazione, di confine, geografico e mentale, narrato dal punto di vista del fiume. Un’alternanza tra passato e presente manifestata tramite l’utilizzo di fotografie sbiadite che fluttuano a pelo d’acqua, registrazioni radio e video amatoriali dal sapore nostalgico, note di un pianoforte. Un film in cui le paure sono messe a nudo e la storia di un popolo diventa la storia dei singoli. Il fiume si fa custode della città con due nomi, dei suoi sogni infranti e delle speranze e si tramuta in guardiano di memorie: memorie pubbliche o private, a cui non resta che lasciarsi trascinare dalla corrente, custodite nel tempo.