Come ti sei avvicinata al mondo della pornografia? Cosa è significato per te fare questo tipo di scelta?
Ho sempre considerato interessante il linguaggio pornografico. Trovo profondamente ingiusto il senso comune che lo relega ai piani bassi della cultura. Ciò è umiliante non solo per il porno ma più in generale per il sesso: infatti dietro l’idea che il porno sia basso e banale c’è la convinzione — comune a tutti i punti di vista antiporno che conosco — secondo cui la componente alta, nobile, bella e interessante del sesso non sarebbe il sesso in sé e per sé (il sesso come tecnica, come performance) ma tutto il contorno sentimentale, amicale, esistenziale, “elettivo†che secondo gli antiporno dovrebbe essere il sale di una “sana†sessualità . È contro questo che ho deciso di battermi. L’incontro con la cucina di Ferran Adrià , colui che ha mostrato come un piatto possa non essere secondo a un’opera d’arte contemporanea, mi ha fatto capire che le gerarchie fra le discipline possono essere sovvertite. Non so se inciderò davvero sulla percezione comune del porno e del sesso, ma credo di potere e dover dare il mio contributo. È con questo sogno che ho deciso di fare porno.
Il corto che abbiamo visto questa sera è solo l’inizio di un progetto di dieci registe, le ragazze del porno, che si propongono di girare dieci corti “diversamente pornoâ€. Cos’è questo diversamente porno dal tuo punto di vista? Pensi che l’Italia sia pronta a riceverlo e a capirlo?
Non credo in certe distinzioni: per me esiste il porno fatto bene e il porno fatto male. Dovremmo provare a farlo bene, semplicemente. L’Italia è stata all’avanguardia con gente come Lasse Braun, è un paese che può rivelarsi sorprendentemente avanti negli snodi cruciali della modernità (del resto il Futurismo è stato la prima avanguardia storica).
Altre registe hanno provato in altri paesi a fare del porno diverso, come Erika Lust in Svezia. La conosci? Pensi che sia un lavoro riuscito?
Apprezzo le intenzioni, ma preferisco un porno che ricalchi meno certi stereotipi sul desiderio femminile.
Parlando sempre di registi, c’è qualcuno con cui ti piacerebbe collaborare in futuro?
Avrei voluto collaborare con Andrew Blake, ma pare abbia smesso di produrre.
Recentemente Meryl Streep e Jennifer Lawrence hanno creato una polemica lamentandosi del fatto che le attrici vengono pagate meno degli attori. Anche nel mondo del porno funziona in questo modo?
No. Ad ogni modo, il problema delle asimmetrie di genere richiede analisi molto complesse per essere affrontato in maniera non velleitaria. Io provo a condurre una battaglia contro tutte le asimmetrie di genere (che opprimono in un modo o nell’altro un po’ tutti), e non è una battaglia facile.
Tu usi molto i social network come canale di comunicazione con chi ti segue, una cosa che fra i personaggi pubblici sta diventando sempre più fondamentale. Cosa pensi di questa modalità espressiva? Porta a un culto della personalità alienante o a ridurre la distanza fra “follower†e star?
Io cerco di provocare. Quando le provocazioni smuovono qualcosa, sono positive. La mentalità della gente deve essere messa in crisi.
Ieri siamo stati testimoni (e colpevoli) di un gravissimo evento: mi riferisco ovviamente a Tiziana Cantone. Che significato ha questo fatto, a tuo parere?
L’assassino è la società . La verità processuale è che Tiziana era consenziente alla divulgazione dei video, quindi la vera responsabilità del suicidio non è di un esiguo numero di ipotetici stronzi “traditoriâ€, ma di tutta una comunità che ha reagito in maniera schifosa. L’assassino è la mentalità comune, la nostra cultura. Le nonnine fuori alle chiese sono le assassine.