Milano Film Festival 2016 – Victoria di Justine Triet in concorso
16/09/2016

Victoria, avvocatessa trentenne perennemente arruffata, fuma una sigaretta dopo l’altra destreggiandosi maldestramente tra due figlie (frutto di un matrimonio fallito), sedute di psicoterapia o agopuntura e relazioni sessuali dalle quali trae, puntualmente, poco giovamento. Le tribolazioni della donna, scaturite dalla sua scelta di difendere in tribunale un vecchio amico, comprenderanno un dalmata testimone di un processo, un ex marito scrittore di un blog denigratorio su di lei e un babysitter con un passato da spacciatore.

Questa la sinossi di Victoria, produzione francese presentata durante la Settimana Internazionale della Critica a Cannes e ora proiettata al Milano Film Festival. Nell’introduzione al film, presso lo Spazio Oberdan, è stata puntualizzata la vicinanza della pellicola alla commedia americana di Blake Edwards, padre di Colazione da Tiffany. La mente dietro a quest’opera cinematografica è quella di Justine Triet (tornata a dirigere dopo La Battaglia di Solferino, riflessione sul clima di pazzia in Francia durante le elezioni presidenziali del 2012), che incentra la vicenda, anche in questo caso, su una protagonista femminile. Sarà, quest’ultima, degna di essere annoverata tra le icone di un movimento che da anni si scaglia contro gli stereotipi di genere? O le mancanze di lei e un tono troppo poco serio renderanno il tutto meno d’impatto?

Victoria di Justine Triet/ France/ 2016/ 98′

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