"Non è possibile cambiare il mondo seguendo le regole"
Parte in quarta il pilot di Noi siamo l’Onda, serie tv made in Germany annunciata quest’anno al See What's Next di Roma.
La serie, prodotta da Dennis Gansel – già regista del lungometraggio L’Onda del 2008 – è basata, in parte, su un fatto realmente accaduto in California: nel 1969 il professor Ron Jones della Cubberley High School di Palo Alto realizzò un test nella sua classe. Con questo esperimento sociale, denominato "La terza onda", l’insegnante volle dimostrare ai suoi ragazzi come nascono le strutture sociali autoritarie. Da questa esperienza nacque il romanzo L’Onda dello scrittore statunitense Todd Strasser, libro poi divenuto una classica lettura scolastica in Germania.
La serie prende spunto da questo testo e narra le vicende di un tranquillo liceo classico di provincia, dove un gruppo di giovani ragazzi disagiati e soli fanno amicizia grazie a un nuovo arrivato, il misterioso Tristan Broch. Tristan è bello, arrabbiato, parla arabo e la notte dorme in un riformatorio. Da subito si schiera a favore delle categorie più deboli, rappresentate dall’amico arabo Rahim, stanco degli insulti razzisti, e dagli emarginati Zazie e Hagen. A loro si unisce anche la bella e forte Lea, con cui Tristan sente subito feeling.
"Noi eravamo fuoco pronto a divampare e lui era la scintilla"
Il finale della prima puntata è forte e chiaro: Lea, teenager annoiata di una ricca famiglia dell’alta borghesia tedesca, dopo aver gettato in un sacco i suoi vestiti di marca, avverte in sé che, a causa dell’arrivo di Tristan, niente sarà più lo stesso. I giovani Tristan, Rahim, Hagen, Zazie e Lea decidono quindi di fondare l’Onda, un movimento che si batterà contro le ingiustizie sociali, dalle minori alle peggiori, senza esclusione.
Da quella che inizia come una rivolta idealistica contro l’establishment ben presto prenderanno il sopravvento incontrollabili umori di vendetta e dinamiche molto più complesse.
“Abbiamo deciso di agire e non chiederemo il permesso” sentenziano forte e chiaro, ma fino a che punto? E qual è il confine da non varcare per restare nella protesta e non sconfinare in violenza?
Se state cercando una serie tv che tratti di temi politici, Noi siamo l'Onda è adatta a voi: nonostante sia una serie di nicchia, passata quasi in sordina su Netflix, e gli argomenti affrontati dai ragazzi spazino dalla difesa dell’ambiente alla lotta contro le multinazionali delle armi, sicuramente il perno centrale è una critica esplicita ai recenti movimenti sovranisti. Inoltre, non possiamo scordarci di essere in Germania: fa sempre un certo effetto vedere i giovani tedeschi del 2019 misurarsi con un passato ingombrante come il nazismo.
La serie ha un pilota costruito magistralmente. I caratteri dei singoli personaggi affiorano minuto dopo minuto in un climax coinvolgente, senza banali crisi giovanili, ma con estremo realismo. Successivamente allo spettatore non può non sfuggire una fase “ingenua”, colma di luoghi comuni soprattutto nei comportamenti dei giovani attivisti, che dopo il pilot vorremmo non arrivasse mai. Tuttavia, nel complesso viene mantenuto un certo equilibrio, in cui si alternano anche momenti di alta tensione, durante i quali ci chiediamo che cosa combinerà Tristan questa volta.
Da segnalare l’omaggio musicale alla serie iconica Stranger Things attraverso l’inconfondibile sigla iniziale, in quella terra tedesca, poi, che ha dato i natali alla musica elettronica.
Le crisi d’identità profonde e i segreti di Lea, Tristan, Rahim, Hagen, Zazie sono forse il “sottosopra” che ognuno di noi cela a se stesso?
Caterina De Sanctis