Quarta news.


Ottimismo da parte degli analisti cinematografici statunitensi: "si avrà un forte impatto al box office del 2022 e un'impennata nel 2023".


Si è concluso un altro solido fine settimana al box office americano, il cui andamento ha spronato alcuni analisti di Wall Street a rilasciare prospettive a dir poco ottimistiche riguardo ai futuri ricavi delle sale statunitensi, in particolare quelli del 2022.
Le previsioni sono supportate da un sondaggio sui consumatori che mostra come le preoccupazioni per il Covid si stiano via via dissipando. 


Uno degli analisti, Eric Handler di MKM Partners, ha rilasciato i risultati di un sondaggio che la sua azienda ha fatto su 1.000 spettatori negli Stati Uniti. Le persone che hanno affermato di essere andate a vedere almeno un film all'anno prima del Covid-19, sono state intervistate tra il 31 marzo e il 4 aprile. Alla domanda se hanno intenzione di tornare al cinema nel prossimo futuro, il 57% degli intervistati ha detto sì e solo il 14% ha risposto no, con il 29% non sicuro.


Le precise tempistiche riguardo all'esatto ritorno nelle sale dipendono da variabili come il ciclo di vaccinazione. 
Circa il 46% ha indicato un ritorno nei prossimi tre mesi, ma in sei mesi il numero è salito al 72%. Questo modello, ha scritto Handler, "pone bene l'industria in vista del 2022".



Negli USA, la maggior parte dei principali circuiti è riuscito a riaprire i propri cinema, ma molti Stati continuano a imporre limiti severi e rigidi protocolli di sicurezza. 
"L'esperienza cinematografica nelle sale è nelle prime fasi di una ripresa", ha scritto Handler, "che richiederà una buona parte di quest'anno per essere pienamente realizzata".



Gli ultimi mesi del 2021, infatti, vengono letti dagli analisti attraverso un sentimento di prudenza.
Michael Pachter di Wedbush Securities, in una nota ai clienti, ha previsto che gli incassi del quarto trimestre saranno pari a poco meno di 2 miliardi dollari, considerando la stima come "conservativa, assumendo che ci sarà una massiccia domanda per vedere film con amici o per appuntamenti fuori casa, ma solo una volta che il pubblico sarà stato ampiamente vaccinato".



Riguardo ai futuri incassi previsti per il 2022, invece, si è aperto un vero e proprio dibattito tra ottimisti e pessimisti.
Mentre Pachter vede gli incassi totali del prossimo anno arrivare al 10% in meno rispetto ai livelli del 2019, Eric Wold di B. Riley è più ottimista, fissando il calo all'8%. 
Wold si aspetta anche che il box office aumenti del 6% nel 2023 rispetto al 2019, dato che l'industria si rimetterà completamente in piedi dopo la pandemia.



In particolare, Wold punta sull'enorme lista di film la cui uscita è stata posticipata o addirittura cancellata: è "a dir poco sorprendente" la quantità di titoli di punta che verranno distribuiti in sala da qui al 2023. 
Una raffica di cambiamenti nel calendario delle uscite - come i molteplici cambiamenti della Paramount di venerdì scorso - sono un segno di ripresa e non di panico, ha aggiunto Wold. 
"Vediamo sempre di più questi spostamenti come un segnale positivo per l'industria", ha scritto. "Questi cambiamenti di date verso gli slot finali del 2021 o all'inizio del 2022 rappresentano semplicemente una mentalità tra gli studi, per avere questi film disponibili per gli spettatori nel momento in cui le restrizioni si allenteranno e potranno essere presentati a più consumatori - qualcosa che alla fine beneficia anche gli esercenti".


Wold, inoltre, nota che le azioni del settore sono salite in media del 160% da quando Pfizer ha annunciato i risultati della sua sperimentazione clinica del vaccino a novembre.

Per quanto riguarda le finanze dell'industria, lo scricchiolio di cassa del 2020 si è attenuato e le performance di Godzilla vs. Kong e di diversi altri titoli mostrano che le entrate sono in procinto di tornare. 



"Con l'obiettivo della ripresa del settore spostato verso la seconda metà del 2021 e il 2022, crediamo che finché le aziende avranno abbastanza liquidità per arrivare alla lista autunnale/invernale, i bilanci diventeranno un relativo non-evento rispetto ai titoli spostati nel cuore della pandemia dell'anno scorso", ha concluso Wold.