E alla fine eccoci qua: dopo aver affrontato un laboratorio di critica cinematografica, i ragazzi del Liceo Parini di Seregno e del Liceo artistico Brera si sono cimentati nell’analisi di un cortometraggio a scelta tra i due proiettati: Alma di Rodrigo Blaas e La Luna dell’italiano Enrico Casarosa. Qui di seguito le recensioni più belle e i nomi dei loro giovani autori.
LA LUNA di Daniele Chirico
La luna è un cortometraggio del 2011 prodotto dalla Pixar. Racconta quello che è probabilmente il turno di lavoro di due uomini accompagnati da un fanciullo.
Si può definire immensa questa opera per alcune caratteristiche. Una tra tutte è la speciale mansione che andranno a svolgere, ossia pulire la luna dalle stelle che si sono depositate in superficie. Molto riuscito è il mancato rispetto delle leggi della fisica (la luna appare vicino alla terra, raggiungibile con una scala e le stelle hanno un aspetto irreale).
Un’altra caratteristica, che potrebbe essere definita da alcuni “invalidante†ma dà valore al film è l’assenza di parole comprensibili. Questo porta lo spettatore a concentrarsi di più sulle espressioni dei protagonisti, che sono fondamentali.
La luna è un’opera comunque molto ambigua e che quindi lascia spazio ad innumerevoli possibili interpretazioni. Mi sentirei però di definire questo cortometraggio un elogio alla qualità dei bambini, capaci di vedere oltre.
Non a caso, infatti, il più giovane dei tre è l’unico i cui occhi sono ben visibili, come se fosse l’unico ad avere la capacità di osservare la realtà .
Inoltre il film ci espone una maniera semplice di spiegare il perché del fatto che la luna a volte appaia “a spicchi†senza tirare in ballo le noiosissime teorie sulle fasi lunari.
Voto: 4/4
LA LUNA di Noemi Saccani
 Il cortometraggio La luna tratta in modo interessante del rapporto fra persone d’età , e di conseguenza culture, diverse. E’ chiaro il concetto del susseguirsi di generazioni e ideali, che rende affascinante il pensiero innovativo del bambino protagonista.
Fin dalla prima scena si capisce il tipo di film che si andrà a vedere, è un cartone animato digitale della Disney Pixar, la stessa casa di produzione di Toy Story, Wally e Up. E’ un film americano ma potrebbe interessare sapere che il regista è Enrico Casarosa, l’unico italiano ad aver diretto le riprese di un film della Pixar. Una scena molto importante che lui fa è quella di far comunicare i personaggi del corto attraverso una moderna forma di gamelot. Infatti, essi non parlano direttamente tra di loro ma comunicano attraverso gesti o versi. In questo caso, questo è molto efficace e viene espresso al meglio ciò che i personaggi provano, soprattutto i due secondari.
Lo sfondo è perfetto, proprio come l’ambiente pacato che si crea.
Si avverte all’interno della quiete generale un piccolo ma piacevole disordine dettato dalla curiosità affascinante del bambino, che gioca a suo favore soprattutto alla fine. Lo consiglio a tutti coloro a cui piace rilassarsi e non amano i film d’azione ma cercano in piccole cose grandi significati. La scena più significativa è una delle ultime, in cui si mostra attraverso una simbologia ben precisa il concetto principale del cortometraggio; dopo che nel film il bambino è stato costretto a scegliere a quale destino appartenere, in questa scena traspare il fatto che lui prende la propria strada, indipendentemente dagli altri personaggi.

ALMA di Alessia Scaperrotta
TRAMA: Questo cortometraggio parla di Alma, una bambina che dopo aver scritto il suo nome su una lavagnetta nota una bambola uguale a lei. Quello che succederà dopo sarà inquietante…
RECENSIONE: Questa storia è molto particolare perché senza utilizzare le parole, il regista riesce a raccontare il cortometraggio utilizzando le espressioni, i movimenti e le sensazioni della protagonista.
Il luogo dello svolgimento parte con una inquadratura dall’alto della scena, la bambina è da sola in un posto isolato. Penso che le sue espressioni riescano ad esprimere al meglio la paura, l’ansia e lo stupore che c’è negli occhi della bambina.
La bottega di bambole rappresentata in questo cortometraggio ha un clima macabro e spettrale, come se nascondesse qualcosa. Tutta questa storia è una grande metafora e secondo me vuole rappresentare l’innocenza di una bambina che, attratta dalla curiosità di conoscere e scoprire, si ritrova in un mondo di cui non avrebbe mai voluto far parte.
LA LUNA di Barbara Vercellone
La luna è un cortometraggio della Pixar che mostra tre generazioni della stessa famiglia. Il loro lavoro è ripulire la faccia della luna da piccole stelle che cadono sulla superficie.
La Pixar è una delle maggiori case di produzione di cortometraggi, ora anche di lungometraggi come Toy Story e Inside Out. Il regista è italiano, Enrico Casarosa. E’ girato in digitale.
Consiglio questo corto perché, oltre ad avere un’atmosfera un po’ “magicaâ€, mostra il cambiamento tra generazioni come ad esempio la posizione del cappello in testa, i baffi e la barba che il nonno e il papà del bambino cercano di portare ognuno dalla propria parte. Il bambino, però, ha idee e punti di vista nuovi rispetto al padre e al nonno e con queste idee riuscirà a risolvere i problemi.
E’ anche un altro modo, più divertente di quello scientifico, per mostrare i movimenti della luna e il cambiamento delle fasi della luna.
ALMA di Beatrice Viscardi
La semplice e geniale storia di una bambina incuriosita da una bambola uguale a lei che le ruberà l’anima e la terrà prigioniera per sempre in quel corpo di plastica tra gli scaffali di un negozio.
Il regista spagnolo Rodrigo Blaas, alle prime armi e del tutto autonomo, vuole comunicarci l’unicità della nostra anima che sopravvive sempre con anche i ricordi, mentre il nostro viso, i nostri vestiti, il nostro nome possono essere riprodotti, copiati, confusi nella massa (come il nome sulla parete tra tanti altri nomi).
Il corto è difficile da interpretare e apparentemente risulta inquietante e cupo, nonostante nasconda la paura di tutti noi di perdere i nostri ricordi e la nostra anima.