Quentin Tarantino alla Festa di Roma!
19/10/2021
Un'esplosione di gioia ha accompagnato l'arrivo di uno dei cineasti statunitensi più amati dagli spettatori italiani. Quentin Tarantino è stato accolto da vere e proprie ovazioni da parte dei cinefili accorsi al Parco della Musica per assistere alla sua passeggiata sul red carpet e, soprattutto, all'incontro ravvicinato in cui gli è stato consegnato il Lifetime Achievement Award direttamente dalle mani di un emozionato Dario Argento. Insomma, è andato in onda il Quentin Tarantino Show.
Come da consuetudine per gli eventi con attori e registi, il direttore artistico Antonio Monda ha mostrato sette clip riguardanti alcune delle scene più iconiche della sua filmografia, mandando in visibilio i cinefili presenti in sala. La loquacità e l'amore per il cinema del regista hanno fatto il resto.
Non poteva ovviamente mancare la scena che ha consacrato il regista ed il suo cinema, il famosissimo twist tra John Travolta e Uma Turman in Pulp Fiction.
Alla domanda se avesse diretto lui la coreografia o fosse stato merito di Travolta, Tarantino ha commentato: "Gran parte della coreografia principale è stata opera di John. Ho sicuramente diretto molto di più Uma. John aveva vinto una gara di twist a 12 anni, ma mi disse che ballare solamente quello alla lunga risultava noioso e ripetitivo. Dovevamo integrare alcune variazioni più divertenti e così ha cominciato a fare quelle famose mosse, dal Batman all'autostoppista, fino allo swim. Io gli davo solo un segnale quando doveva cambiarle".
Non potevano mancare i discorsi sul cinema italiano dagli anni '60 in poi, una delle influenze fondamentali per il regista di Knoxville. La sua personale classifica dei film preferiti viene sempre aggiornata, ma il primo posto spetta sempre a Il buono, il brutto e il cattivo di Sergio Leone.
"Sarebbe sciocco non aggiornare la lista. Il cinema è sempre in evoluzione. Ma Il buono, il brutto e il cattivo rimane il mio film preferito. Non so dirvi perché, lo è e basta. I film western all'italiana avevano un altro stile rispetto a quelli americani, una marcia in più: al loro interno trovavi l'epica, musiche grandiose e soprattutto più violenza e sangue. Erano uno spettacolo per gli occhi".
Tarantino non ha nascosto il suo desiderio di girare un film nel Belpaese, prima o poi: "Mi piacerebbe da morire, così come anche a mia moglie. Devo solo trovare la storia giusta. Si tratterebbe di una benedizione, soprattutto girare a Cinecittà".
Sempre a proposito dell'Italia, il pensiero va inevitabilmente al compianto Ennio Morricone, vincitore di un unico premio Oscar proprio per le musiche in The Eightful Eight: "Lavorare con Ennio era un sogno da sempre. È il mio compositore preferito in assoluto, non solo nel cinema. Gli avevo chiesto di lavorare insieme già anni fa, quando ancora "rubavo" alcuni suoi pezzi per inserirli nei miei film. A differenza delle mie altre pellicole, per The Eightful Eight avevo capito di volere una colonna sonora originale e, se lui me l'avesse negata, non l'avrei fatta scrivere a nessun altro".
La discussione è andata in seguito a parare su un grandissimo punto di forza del suo cinema: i personaggi. Alla domanda se si senta più regista o sceneggiatore, il cineasta ha tentennato: "Nasco come scrittore e sceneggiatore, ma ho la capacità di trasporre in immagini le cose che scrivo. Riguardo alla mia modalità di scrivere i personaggi, capita che scriva un ruolo pensando a un attore in particolare, perché è obiettivamente più facile. Ma creare il personaggio senza avere un preciso volto in mente mi offre più libertà. Ne è un esempio perfetto Hans Landa in Bastardi senza gloria: non sapevo chi lo avrebbe interpretato ma il ruolo presentava molte difficoltà, prima su tutte quella di dover parlare molte lingue. Alla fine è arrivato Christoph Waltz e voilà, l'uomo giusto al posto giusto. Per Django Unchained, invece, ho scritto il personaggio del Dr. Schultz proprio per lui ed ha funzionato perfettamente perché già conoscevo il suo valore. Ci sono stati però attori che non avevo inizialmente considerato e per i quali ho dovuto stravolgere il personaggio. In origine, Bill di Kill Bill doveva essere interpretato da Warren Beatty, perché avevo in mente un cattivo più elegante e raffinato, vicino allo stile di James Bond. Dopo il suo rifiuto e la decisione di prendere David Carradine, ho stravolto il personaggio rendendolo un esperto di arti marziali".
In mezzo alle clip tratte dai suoi film, c'è stato spazio anche per uno speciale video/omaggio: Samuel L. Jackson, John Travolta e Christoph Waltz hanno inviato al regista un video di congratulazioni per l'ennesimo traguardo raggiunto.
Alla fine, dopo più di un'ora, la serata si è conclusa nel segno del cinema e dell'ammirazione, attraverso la simbolica consegna del testimone ad opera di Dario Argento e della sua entusiasta esclamazione: "Viva Quentin Tarantino!".
Nicolò Palmieri
Come da consuetudine per gli eventi con attori e registi, il direttore artistico Antonio Monda ha mostrato sette clip riguardanti alcune delle scene più iconiche della sua filmografia, mandando in visibilio i cinefili presenti in sala. La loquacità e l'amore per il cinema del regista hanno fatto il resto.
Non poteva ovviamente mancare la scena che ha consacrato il regista ed il suo cinema, il famosissimo twist tra John Travolta e Uma Turman in Pulp Fiction.
Alla domanda se avesse diretto lui la coreografia o fosse stato merito di Travolta, Tarantino ha commentato: "Gran parte della coreografia principale è stata opera di John. Ho sicuramente diretto molto di più Uma. John aveva vinto una gara di twist a 12 anni, ma mi disse che ballare solamente quello alla lunga risultava noioso e ripetitivo. Dovevamo integrare alcune variazioni più divertenti e così ha cominciato a fare quelle famose mosse, dal Batman all'autostoppista, fino allo swim. Io gli davo solo un segnale quando doveva cambiarle".
Non potevano mancare i discorsi sul cinema italiano dagli anni '60 in poi, una delle influenze fondamentali per il regista di Knoxville. La sua personale classifica dei film preferiti viene sempre aggiornata, ma il primo posto spetta sempre a Il buono, il brutto e il cattivo di Sergio Leone.
"Sarebbe sciocco non aggiornare la lista. Il cinema è sempre in evoluzione. Ma Il buono, il brutto e il cattivo rimane il mio film preferito. Non so dirvi perché, lo è e basta. I film western all'italiana avevano un altro stile rispetto a quelli americani, una marcia in più: al loro interno trovavi l'epica, musiche grandiose e soprattutto più violenza e sangue. Erano uno spettacolo per gli occhi".
Tarantino non ha nascosto il suo desiderio di girare un film nel Belpaese, prima o poi: "Mi piacerebbe da morire, così come anche a mia moglie. Devo solo trovare la storia giusta. Si tratterebbe di una benedizione, soprattutto girare a Cinecittà".
Sempre a proposito dell'Italia, il pensiero va inevitabilmente al compianto Ennio Morricone, vincitore di un unico premio Oscar proprio per le musiche in The Eightful Eight: "Lavorare con Ennio era un sogno da sempre. È il mio compositore preferito in assoluto, non solo nel cinema. Gli avevo chiesto di lavorare insieme già anni fa, quando ancora "rubavo" alcuni suoi pezzi per inserirli nei miei film. A differenza delle mie altre pellicole, per The Eightful Eight avevo capito di volere una colonna sonora originale e, se lui me l'avesse negata, non l'avrei fatta scrivere a nessun altro".
La discussione è andata in seguito a parare su un grandissimo punto di forza del suo cinema: i personaggi. Alla domanda se si senta più regista o sceneggiatore, il cineasta ha tentennato: "Nasco come scrittore e sceneggiatore, ma ho la capacità di trasporre in immagini le cose che scrivo. Riguardo alla mia modalità di scrivere i personaggi, capita che scriva un ruolo pensando a un attore in particolare, perché è obiettivamente più facile. Ma creare il personaggio senza avere un preciso volto in mente mi offre più libertà. Ne è un esempio perfetto Hans Landa in Bastardi senza gloria: non sapevo chi lo avrebbe interpretato ma il ruolo presentava molte difficoltà, prima su tutte quella di dover parlare molte lingue. Alla fine è arrivato Christoph Waltz e voilà, l'uomo giusto al posto giusto. Per Django Unchained, invece, ho scritto il personaggio del Dr. Schultz proprio per lui ed ha funzionato perfettamente perché già conoscevo il suo valore. Ci sono stati però attori che non avevo inizialmente considerato e per i quali ho dovuto stravolgere il personaggio. In origine, Bill di Kill Bill doveva essere interpretato da Warren Beatty, perché avevo in mente un cattivo più elegante e raffinato, vicino allo stile di James Bond. Dopo il suo rifiuto e la decisione di prendere David Carradine, ho stravolto il personaggio rendendolo un esperto di arti marziali".
In mezzo alle clip tratte dai suoi film, c'è stato spazio anche per uno speciale video/omaggio: Samuel L. Jackson, John Travolta e Christoph Waltz hanno inviato al regista un video di congratulazioni per l'ennesimo traguardo raggiunto.
Alla fine, dopo più di un'ora, la serata si è conclusa nel segno del cinema e dell'ammirazione, attraverso la simbolica consegna del testimone ad opera di Dario Argento e della sua entusiasta esclamazione: "Viva Quentin Tarantino!".
Nicolò Palmieri