«Ci sono delle regole precise che devono essere rispettate se si vuole sopravvivere in un horror, va bene? E vado a incominciare. Numero uno: non si deve mai fare sesso. Mai! No! È proibito! È proibito! Sesso uguale morte! Va bene?! Numero due: mai ubriacarsi o drogarsi. No, perché è il peccato, peccato per estensione della regola numero uno. E numero tre: mai, mai e poi mai, in nessun caso dire: 'torno subito', perché non si torna più!»

«Ti piacciono i film dell'orrore?»: inizia così la storia di una delle saghe più amate e celebrate di sempre, un franchise divenuto fenomeno di culto tra appassionati e non. Scream (e ricordate, chi urla muore...), storia di un gruppo di studenti perseguitati da un killer armato di coltello, mantello nero e deforme maschera bianca alla Munch, ha di fatto rivoluzionato l'evoluzione del cinema horror, analizzando le regole di finzione ed elaborando una sorta di manuale inerente al genere, per la gioia dei cinefili più accaniti. «Sembra di essere in un film di Wes Carpenter», afferma Tatum/Rose McGowan: Craven utilizza e ricodifica le numerose regole cardine degli slasher anni '70 e '80 e se ne fa nel contempo beffe, con una sottile e intelligente ironia, in un programmatico caos di bulimia citazionista trionfalmente postmoderna (e probabilmente senza ritorno) che scardina, omaggiandoli, tutti i codici precostituiti.

Interessante che Scream sia scritto da Kevin Williamson, proprio colui che fu produttore esecutivo e sceneggiatore della serie TV Dawson's Creek. Cambia il terreno di gioco, ma il fil rouge sembra essere lo stesso: adolescenti alle prese con problematiche impellenti (siano esse delusioni amorose o macabre telefonate che preludono a una fine ingloriosa), traumatizzati da atti genitoriali avvolti nel mistero e decisamente indigesti una volta svelati. Il confronto/scontro con un passato sempre pronto a fare capolino (proprio come Joey dalla finestra dell'amato Dawson, o lo stesso Dawson che "sbaglia set" sbucando nella camera di Cindy/Anna Faris) sembra essere il detonatore principe, meta e cinematograficamente; e a questo punto lo sberleffo diventa il motore stesso dell'azione (i protagonisti che guardano Halloween per capire come scampare alla morte prima di essere massacrati), dell'autoreferenzialità (Craven che interpreta il bidello Fred vestito come il Freddy Krueger di Nightmare), del cameo (Linda Blair, star e icona di L'esorcista, è una poco simpatica reporter), trovando di fatto una nuova via per raccontare l'orrore contemporaneo.

Scream diventa un caso: inevitabile la sequenzialità con un secondo capitolo non all'altezza (caratterizzato da metacinematografia e citazionismo spinti, satira contro l'invadenza dei mass media, voyeurismo avente oggetto tragici eventi di cronaca) e altri due ancor più deboli (Scream 3, innocuo divertissement, e Scream 4, che tenta almeno un'attualizzazione mettendo all'indice la sete di esposizione mediatica e multimediale della generazione di YouTube e Facebook).

In parallelo, grazie ai fratelli Wayans, nasce la parodia per eccellenza. Scary Movie inaugura una nuova stagione di film capaci di sfruttare a breve distanza i fenomeni cinematografici più in voga: e quale film più in voga di Scream (e una spruzzata del desolante So cosa hai fatto di Jim Gillespie, funzionale alla narrazione più che all'omaggio in senso stretto)? Incredibile a dirsi, Scary Movie si muove bene nel territorio della demenzialità e del nonsense, riuscendo a compiere un ulteriore passo verso la metacinematografia e lo svelamento delle regole di finzione (emblematico il monologo di Buffy/Shannon Elizabeth aggredita dal killer:«Molto divertente. Chi ti ha dato quest'idea? Togliti il mantello, fa troppo horror anni Novanta. Da quale film è tratto questo pezzo? ""Muori, cheerleader, muori"? Vuoi giocare a psychokiller? Posso essere la povera cheerleader? Questo è il momento in cui ti imploro di risparmiarmi? Ti prego, signor assassino, non uccidermi! Ecco, adesso sanguino a morte... Oh, guarda, muoio, sì, sì! Oh, sì, ora è il momento di scappare, d'accordo, sto scappando, sto scappando, aiuto! Adesso cado e mi rompo una gamba, non ho più speranze! Eccoti servito, signor assassino, sono nel panico adesso!»).

Divenire oggetto di parodia testimonia la grandezza, almeno nella maggior parte dei casi: e la grandezza della saga di Scream è innegabile. Un ciclo che "può abbastanza agevolmente venir letto come un unico film suddiviso in capitoli interdipendenti, che si appoggia e si sviluppa su questo intricatissimo e nevrotico reticolato di apparati, nozioni, suggestioni, memorie e gag" (Roberto Pugliese, Wes Craven – L’artigiano della paura) e che distrugge regole e aspettative spettatoriali in un sapiente e divertito cul-de-sac.
Scontato quindi affermare che il quinto capitolo della serie (ostacolato dalla morte di Craven e dal coinvolgimento del produttore Harvey Weinstein negli scandali sessuali denunciati dal movimento Me Too prima, dalla pandemia COVID-19 poi), diretto da Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, susciti una certa curiosità. Appuntamento in sala il 13 gennaio 2022.