Gli insegnanti al cinema: i film più iconici
18/06/2020
Il rapporto tra insegnante e allievo è una delle tematiche di cui il cinema si è sempre occupato con estremo interesse e attenzione. Che si tratti di documentari, commedie drammatiche o pellicole più leggere, sono diversi i ruoli divenuti iconici nella storia della settima arte. Ripercorriamo i più significativi in ordine cronologico: 

1) Addio, Mr. Chips! (Sam Wood, 1939) - Mr. Chips



In costante equilibrio tra dramma e commedia, il film non si avvale di trovate sorprendenti o innovative, ma la confezione è efficace e la prova di Robert Donat (che, per questo ruolo, ha guadagnato un Oscar) semplicemente eccezionale. Senza troppe pretese, è una visione piacevole e profonda, a tratti un po' ingenua ma dotata di un'invidiabile genuinità di fondo. Da vedere.

2) Il seme della violenza (Richard Brooks, 1955) - Richard Dadier



Diretto con abilità di mestierante da un Richard Brooks bravo a calibrare pathos e impegno sociale, è un piccolo cult importante soprattutto per due motivi: è stato tra i primi film a raccontare le crepe del sistema scolastico e la criminalità giovanile e il primo in assoluto a portare il rock nel cinema, con l'epocale Rock Around the Clock di Bill Haley & the Comets che scorre sui titoli di testa. Oggi alcuni dialoghi e la stessa analisi socio-pedagogica risultano un po' moralistici e datati, eppure resta un'opera avvincente e una visione consigliabile nelle scuole. 

3) La scuola della violenza (James Clavell, 1967) - Mark Thackeray



L'ingegnere Mark Thackeray, disoccupato, accetta di diventare insegnante in una scuola di Londra. Il metodo classico non funziona nella sua classe, pina di studenti poco motivati e svogliati: il dialogo e le discussioni su tematiche importanti e intense saranno la chiave per il cambiamento in aula. 

4) L’attimo fuggente (Peter Weir, 1989) - John Keating



Un inno alla libertà, che alterna intelligentemente momenti di pathos a inserti da commedia, in cui le metafore visive (gli stormi di uccelli in volo, a simboleggiare il desiderio di emancipazione da parte degli adolescenti protagonisti), seppure un po' facili e immediate, risultano di grande impatto emozionale. Notevoli interpretazioni da parte di tutto il cast, con menzione d'onore per Robin Williams (candidato a un Oscar come miglior attore protagonista), modello unico e inarrivabile di insegnante che rifugge le banalità per aprire le menti e modellare esseri umani pensanti, ricchi di spirito critico, emancipati. 

5) Sister Act 2 – Più svitata che mai (Bill Duke, 1993) - DeLoris/Suor Maria Claretta



Una pellicola che non riesce a mantenere lo stesso ritmo del capitolo precedente, seppur ne ricalchi quasi pedissequamente lo schema narrativo. Una commedia che poggia ancora completamente sulle spalle di una brava Whoopi Goldberg e che regala una colonna sonora molto curata, interpretata tra gli altri da una giovane Lauryn Hill (che nel film interpreta una delle studentesse).

6) Pensieri pericolosi (John N. Smith, 1995) - LouAnne Johnson



Utilizzando i versi di Bob Dylan, la brava Michelle Pfeiffer infatti si destreggia sfoggiando un metodo educativo particolare ma efficace, rompendo gli schemi e andando anche contro l'autorità. Coinvolgente e dotato di alcuni buoni momenti, è un film che risulta complessivamente didascalico e incapace di smarcarsi dallo stereotipo del ghetto violento in cui è (quasi) impossibile emergere.

7) La scuola (Daniele Luchetti, 1995)



Un'opera dal contenuto realistico e verosimile, tra i risultati migliori di tutta la filmografia di Luchetti, valorizzata da una bella nota umoristica che smorza la denuncia sociale. Il corpo docenti si dimostra lo specchio della classe di cui deve decidere le sorti, in cui ogni professore ha un suo approccio all'insegnamento: chi svogliato, chi sadico, chi appassionato, chi distratto o svampito, pronto a portare avanti vere e proprie battaglie per la promozione o la bocciatura di ogni allievo. 

8) Will Hunting – Genio Ribelle (Gus Van Sant, 1997)



Gli attori Matt Damon e Ben Affleck, premiati con l'Oscar per la miglior sceneggiatura originale, hanno dato vita a un copione di buona efficacia, che rilancia in chiave non troppo complessa temi cari alla macchina cinematografica hollywoodiana: il talento, l'accettazione in rapporto a quella che è la propria vera identità, il conflitto tra ciò che è dettato dai sentimenti e ciò che impone la ragione, la contrapposizione tra l'aridità della conoscenza che non dialoga con la vita e la necessità di un sapere che di quella vita sia invece riflesso diretto e prolungamento naturale. 

9) Non uno di meno (Zhang Yimou, 1999) - Minzhi Wei



Una protagonista costretta a fare un lungo viaggio, dalla campagna alla città, per potersi fare giustizia e ottenere ciò che vuole. Sorta di romanzo di formazione sullo sfondo di una Cina misera e rurale, il film unisce con successo un grande impegno contenutistico a una sceneggiatura godibile ed emozionante. Il finale, piuttosto edulcorato, stempera solo in parte lo spessore di un'opera significativa ed efficace, curata nella realizzazione e credibile nello svolgimento drammaturgico.

10) Harry Potter e la pietra filosofale (Chris Columbus, 2001)



Dai gufi postini al binario 9 ¾ di King Cross Station tutti gli elementi che diventeranno parte integrante della serie compaiono qui per la prima volta insieme ai suoi protagonisti. Columbus punta su una regia per famiglie, solida e poco rischiosa, ma tutto sommato adatta ai toni ancora piuttosto light delle vicende del piccolo aspirante mago. 

11) Il club degli imperatori (Michael Hoffmann, 2002) - William Hundert 



Kevin Kline è apprezzabile nel ruolo di un professore all'antica che si sente tradito dai suoi ragazzi (tra i quali due giovanissimi e quasi esordienti Paul Dano e Jesse Eisenberg), cui richiede disciplina e dedizione all'apprendimento, rimanendo deluso dal loro atteggiamento quando decidono di seguire l'allievo ribelle. Un'opera di formazione, che trova qualche spunto interessante nella prima parte, piuttosto gradevole, ma finisce con il perdersi nella seconda

12) Mona Lisa Smile (Mike Newell, 2003) - Katherine Ann Watson



Julia Roberts è alla guida di una comitiva di battagliere future star di Hollywood (Kirsten Dunst, Julia Stiles, Maggie Gyllenhaal, Ginnifer Goodwin), smaniose di superarsi l'un l'altra nel tentativo di seguire le orme della propria condottiera dal sorriso smagliante. Tanti buoni propositi ma poca concretezza per una pellicola che si fa portavoce di un femminismo stantio, poco realista e anacronistico. 

13) School of  rock (Richard Linklater, 2003) - Dewey



Commedia perfettamente cucita addosso a Jack Black, che dà sfogo alla sua mimica e ugola ingombranti e, da bambino cresciuto qual è, perfettamente a proprio agio assieme al giovanissimo cast. Un messaggio elementare (credere in se stessi e far vivere il proprio talento), un pizzico di retorica e quattro accordi di chitarra: tanto basta per chi si accontenta di una commedia farcita di note (non potrebbe essere altrimenti) e di buoni sentimenti. 

14) Freedom Writers (Richard LaGravenese, 2007) - Erin Gruwell



Freedom Writers porta sul grande schermo una storia vera che si svolge tra i banchi di scuola, tratta dal libro The Freedom Writers Diary: How a Teacher and 150 Teens Used Writing to Change Themselves and the World Around Them. Uno spunto interessante, che trova le parti più riuscite nelle sequenze all’interno dell’aula e nelle trasposizioni visive delle parole scritte sui diari dai ragazzi, anche se sono presenti eccessi retorici che non danno il giusto respiro a tutta l’opera. Il regista parte dagli scritti dei ragazzi per costruire un racconto sociale, radicato in una provincia americana qualunque ma che, per questo, potrebbe divenire simbolo di tante altre, portando con sé riflessioni su integrazione e riscatto, soprattutto tra i giovani. 

15) L’onda (Dennis Gansel, 2008) - Rainer Wenger



Ispirato agli scritti di Ron Jones (insegnante californiano protagonista, nel 1967, dell'esperimento denominato The Third Wave, che diede origine al romanzo Die Welle di Todd Strasser), un dramma dalle smisurate ambizioni sociologiche diretto da Dennis Gansel, anche sceneggiatore con Peter Thorwarth. Partendo da una base che può essere considerata di preoccupante attualità (basti pensare ai contemporanei rigurgiti neonazisti), il regista tratteggia i pericoli del riciclo storico, offrendo un disturbante spaccato sulla permeabilità del Male e sulla manipolazione delle giovani menti, destinate a probabili derive autocratiche se non correttamente guidate e istruite.

16) La classe – Entre les murs (Lauren Cantet, 2008)



Partendo dal presupposto che la scuola è il luogo dove «i ragazzi non imparano nulla e i professori non sono sempre certi che ciò che fanno sia giusto», Laurent Cantet realizza un film dal taglio fortemente documentaristico, ispirato all'opera semi-autobiografica dell'insegnante François Bégaudeau, anche protagonista della pellicola. Preparando le riprese durante l'intero anno scolastico, il regista è riuscito a creare una sintonia di grande spontaneità tra gli interpreti, tutti scelti tra alunni e docenti non professionisti, restituendo un ritratto dell'istituzione scolastica non certo lusinghiero ma assai realista.

17) Monsieur Lazhar (Philippe Falardeau, 2011) -  Bashir Lazhar



La carne al fuoco è davvero tanta (troppa, verrebbe da dire, considerando l'incursione in una materia scottante quale il sospetto di pedofilia e le sue devastanti conseguenze, con un ribaltamento inaspettato dei ruoli tra vittima e carnefice) e lo sviluppo narrativo resta quasi sempre in superficie, preferendo non addentrarsi in meandri troppo oscuri; ma la mano sapiente di Falardeau riesce a tratteggiare un iter di formazione, personale e collettivo, con una delicatezza sorprendente, rendendo abbordabili tematiche di non facile rappresentazione. E il rapporto tra il protagonista e l'allieva Alice tocca vertici di tenerezza che colpiscono spesso nel segno. 

18) Squola di Babele (Julie Bertuccelli, 2013)



Attraverso una messinscena semplice e un po' scolastica, la regista costruisce un ritratto della Francia d'inizio terzo millennio, sempre più multiculturale e aperta alla presenza di nuove etnie. Le domande che il film si pone sono abbastanza scontate: come fare a integrarsi in un nuovo paese pur mantenendo la propria identità e la cultura d'origine? Le risposte possono essere diverse e, in mezzo a una pellicola prevalentemente drammatica, c'è spazio anche per molta speranza. 

19) Whiplash (Damien Chazelle, 2014) - Professor Fletcher



Whiplash è un intelligente esempio di rilettura del tradizionale rapporto, tra il sadico e il paternalistico, che spesso si instaura fra mentore e allievo. Le angherie che Fletcher fa patire ad Andrew per farlo crescere e trasformarlo in un grande musicista sono al limite della legalità e il conservatorio assomiglia sempre di più alla caserma retta dal sergente Hartman di Full Metal Jacket (1987). Il montaggio e la drammaturgia, straordinariamente ritmati, seguono il frenetico andamento del pezzo che Andrew studia ossessivamente nell'impossibile ricerca della perfezione totale e che dà il titolo alla pellicola. 

20) The Teacher (Jan Hřebejk, 2016) - Mária Drazdechová



I temi sono di grande spessore e il regista li tratta con la giusta sensibilità: al centro il tema dell’educazione, dei figli, della necessità di rischiare per il proprio presente in favore di un futuro che potrebbe essere più radioso. Come ha sottolineato anche Hřebejk, non è un film sul comunismo o sul bullismo, ma sulla dignità umana.

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