Snowpiercer di Netflix è una serie riuscita a metà
11/08/2020

Una serie a metà: ecco come si potrebbe riassumere Snowpiercer, che in 10 episodi racconta le vicende avvenute prima del film di Bong Joon-ho, qui in veste di produttore. 

È un prodotto a metà per due ragioni e la prima è di ordine narrativo, in quanto è possibile dividere gli episodi in due gruppi e portare una scissione netta a livello tematico e di intreccio.
I primi 5, a partire dal convincente Prima è cambiato il clima, infatti, sembrano portare lo spettatore a immergersi in una trama crime, con una serie di omicidi e un assassino da trovare sullo Snowpiercer, motivo per cui Andre Layton (Daveed Diggs), grazie ai suoi trascorsi alla omicidi, viene ingaggiato da Melanie Cavill (Jennifer Connelly).
Lui viene dal Fondo, dal vagone più povero del treno, ed è una scelta che permetterà a lui (e a noi) di poter osservare da vicino le classi sociali più abbienti, con il loro stile di vita, le loro ipocrisie e i loro segreti: sotto questo punto di vista, la possibilità di potersi soffermare sui dettagli avendo più tempo a disposizione è ben sfruttata, portando alla luce molti particolari che nel film erano stati omessi.
Dopo il quinto episodio, tuttavia, il cambio di rotta è evidente e, dalle tinte crime, si passa a una ben più marcata (in quanto comunque sempre rimasta in sottofondo) lotta tra classi, al limite della rivoluzione, allienandosi così all’opera di Bong Joon-ho, ma senza riuscire a coglierne completamente lo spirito.

Questa la seconda ragione per cui è una serie a metà: solo parzialmente riuscita. Molte soluzioni, che siano omaggi o meno, sono già state proposte nel film del 2013 e quindi l’effetto sorpresa svanisce, soprattutto per quel che riguarda le torture inflitte ai ribelli da parte dei capi.
L’indagine, invece, è intrigante e ben costruita, anche grazie all’interpretazione di Jennifer Connelly, decisamente convincente, mentre Daveed Diggs a tratti appare quasi spaesato. Con il passare degli episodi, tuttavia, si assiste ad alcune forzature di trama e a scelte non sempre azzeccate che fanno di Snowpiercer un prodotto dalle aspettative altissime (visto l’illustre sequel cinematografico) ma solo parzialmente attese: alla tensione negli episodi degli omicidi non corrisponde un climax all’altezza negli ultimi, che guidano lo spettatore verso la già annunciata seconda stagione.
A conti fatti, dunque, si tratta di un prodotto gradevole e godibile, un buon intrattenimento che purtroppo aggiunge poco a quanto già narrato da Bong Joon-ho sul grande schermo in termini di tematiche sociali: con 10 episodi era lecito aspettarsi di più.


Lorenzo Bianchi

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