Si è chiusa ieri a Sulmona (L’Aquila) la 35esima edizione del Sulmona International Film Festival, dedicato a un concorso internazionale di cortometraggi.
Ecco il palmarés finale con tutti i premi e le motivazioni della giuria, composta da Elisa Cuter, Attilio Palmieri, Rosario Sparti e Davide Stanzione.
Best International: Into the Blue di Antoneta Alamat Kusijanović
Per la capacità di creare un’atmosfera avvolgente, in grado di immergere lo spettatore in un racconto lieve eppure intenso. La regista dà voce a uno sguardo pre-adolescenziale con enorme sensibilità, esaltata dalla performance degli interpreti e dalla profondità dei temi, sfiorati con la delicatezza e la forza tipiche dell’adolescenza.
Best National: A casa mia di Mario Piredda
Per la maturità di uno sguardo che fonde registri ed immaginari diversi ed eterogenei, raccontando il territorio in maniera insolita e mai banale. Il mutamento sociale è mostrato attraverso le necessità e le speranze che ogni età della vita ripone nel cambiamento.
Best Documentary: Cosa faccio nella vita? di Manuel De Pandis, Fabio Fusillo, Giovanni Sfarra
Per l’urgenza e la vitalità di questo ritratto giovanile spudorato e sfacciato, che coglie lo spirito del tempo aderendo con sincerità e ironia ai bisogni dei protagonisti.
Best Director: Raymund Ribay Gutierrez per Imago
Per l’originalità con cui l’autore raccoglie l’eredità del maestro filippino Brillante Mendoza, affermandosi allo stesso tempo come una voce di grande personalità e coraggio, in grado di gestire un tema forte attraverso una messa in scena impeccabile, rigorosa e carica di tensione.
Best Screenplay: Elad J Primo per Domesticated Wolf
Per la precisione millimetrica con cui l’autore riesce a rappresentare il conflitto personale del protagonista e il rapporto padre figlia, sviluppato attraverso una scrittura minimale ma sofisticata, sempre funzionale all’approfondimento psicologico.
Best Cinematography: Constanze Schmitt per A Gentle Night
Per il magnetismo e la matericità delle immagini, che restituiscono il dramma della protagonista e la desolazione del contesto in cui si muove, esaltando la poesia e il simbolismo di ogni scelta cromatica.
Best Editing: Iulia Andriuta per The Idiot
Per l’abilità nel costruire il ritmo e la tensione in totale e perfetta sintonia con lo sviluppo della narrazione, aderendo al crescendo del racconto ed esaltando l’esemplarità di questa parabola sociale.
Best Actor: Chiz Schultz per Head Above Water
Per la verosimiglianza e l’intensità di una prova d’attore che restituisce l’asfissiante claustrofobia dell’invecchiare senza rinunciare a un ritratto umano misurato e toccante.
Best Actress: Jessica Barden per Sweet Maddie Stone
Per la grinta della giovane attrice, che regge sulle proprie spalle l’intero cortometraggio dando vita a un personaggio femminile memorabile, la cui durezza restituisce alla perfezione l’energia contraddittoria di un’età complessa.
Special Jury Prize: Calamity di Maxime Feyers e Séverine De Streyker
Un film che attraverso la cura formale di ogni aspetto della sua realizzazione e un sapiente gioco di specchi offre una riflessione sulla forza eversiva dell’identità queer e sul suo impatto destabilizzante all’interno del nucleo familiare.
