Buon compleanno, Terence Hill: 5 interpretazioni (+1) da ricordare
28/03/2021

«Bud Spencer – Terence Hill, chi è la spalla. Io credo che sia difficile rispondere perché non so chi è la spalla, non me lo sono mai chiesto. Se ero la spalla io mi fa piacere, se era lui, mi fa piacere lo stesso. Quello che avveniva tra noi è una cosa inspiegabile, io mi trasformavo quando stavo con lui e lui si trasformava quando stava con me, istintivamente. Le coppie cinematografiche sono rare perché non è, secondo me, un atto a tavolino o cerebrale, ma è un atto emotivo. Sarebbe facile dire, metto lui insieme a un altro e faccio una coppia, i produttori sarebbero felici di poterlo fare. Per noi è avvenuto così, è capitato per caso». Terence Hill (pseudonimo scelto perché "suonava bene" e perché le iniziali erano le stesse del nome e cognome della madre), all'anagrafe Mario Girotti, componente di una delle coppie comiche più note e amate nel panorama cinematografico nazionale: il suo idillio artistico con Bud Spencer ha regalato film e battute che si sono impresse a fuoco nell'immaginario collettivo grazie a semplicità, spensieratezza e innocenza innate. Non solo Spencer-Hill, comunque: l'attore ha lavorato con registi del calibro di Luchino Visconti. Oggi Terence Hill compie 82 anni: un omaggio in 5 interpretazioni, in rigoroso ordine cronologico! 


Il gattopardo (1963)

Rilettura critica del Risorgimento italiano, i cui moti rivoluzionari sono sempre presenti sullo sfondo, Il gattopardo, tratto dall'omonimo romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1896-1957), pubblicato postumo nel 1958, è una lucida analisi fuori dal tempo dell'effimera appartenenza patriottica delle classi politiche italiane. Hill, accreditato come Mario Girotti, viene reclutato per un piccolo ruolo (il graibaldino Cavriaghi) che si rivelerà fondamentale per il suo futuro: «È stato anche un incontro che mi ha fatto decidere di intraprendere definitivamente la carriera di attore, perché sino ad allora non ero ancora convinto che quella fosse la mia strada. Adesso capisco quanto fu importante quell'esperienza, perché partecipai alla realizzazione di un film che credo sia avvenuta raramente nella storia del cinema».


Lo chiamavano Trinità... (1970)

«I fagioli, comunque, erano uno schifo.» Consacrazione definitiva di una delle coppie cinematografiche italiane più amate di sempre, chiamati a interpretare due improbabili fratelli. Antieroi a tutto tondo, fuorilegge dal cuore d'oro, dal pugno facile e dal grilletto miracoloso, i protagonisti formano un'irripetibile associazione a delinquere a fin di bene, disegnando per entrambi i personaggi due profili piacevolmente contrastanti: tanto l'uno è svelto, donnaiolo e pronto a cacciarsi nei guai, quanto l'altro è pigro, inamovibile, desideroso di tranquillità ma incapace di non supportare il fratello nelle sue follie. Indimenticabile l'incipit, che definisce a tutto tondo il personaggio di Trinità/Hill.


...continuavano a chiamarlo Trinità (1971)

«Non c'hai capito niente, eh..? Te lo rifaccio, se vuoi.» Proseguono le avventure dei fratelli Trinità e Bambino, impegnati a organizzare un colpo a New Orleans. Medesima formula del capostipite, con gli elementi di successo che avevano reso un piccolo culto il primo capitolo, puntando sull'interazione tra i due protagonisti e spingendo maggiormente il pedale sul registro comico. Il gioco mostra a tratti la corda, ma la sintonia tra Spencer e Hill è semplicemente perfetta e alcune sequenze (su tutte il confronto tra Trinità e il giocatore d'azzardo professionista Wild Cat Hendriks, impersonato da Tony Norton) sono irresistibili.


Il mio nome è Nessuno (1973)

Nel segno di Sergio Leone, che produce e dirige alcune sequenze, Il mio nome è Nessuno è certamente uno dei migliori risultati raggiunti dal suo aiuto Tonino Valerii, se non forse il più valido, e sicuramente il più noto. Mettendo in campo una vecchia gloria del West come Fonda è facile vincere, soprattutto se a vestire i panni dell'allievo è un volto ironico e scanzonato come quello di Terence Hill, che stempera il dramma con la giusta dose di leggerezza.


...Altrimenti ci arrabbiamo! (1974)

«Ti comunico che io mi sono arrabbiato.» Tra i più celebri film della coppia Spencer-Hill: scazzottate, gag comiche e un'alchimia da manuale tra i due sodali/rivali, determinati a vendicare la distruzione della Dune Buggy vinta a una corsa. Un evergreen sano e leggero, che celebra sani valori positivi come amicizia, cameratismo e onestà e regala sequenze memorabili. Un esempio? Le prove del coro dei pompieri disturbate dall'arrivo del killer Paganini («Eccolo, è lui: Paganini! Paganini est grande killer, migliore di mondo. Lo chiamano così perché non replica mai. Gli basta un colpo solo. Solista d'eccezione, ha complici dappertutto. Non si separa mai, per nessun motivo, da suo meraviglioso fucile, arma formidabile, carabina Remington 7070 a ripetizione. È un mostro d'astuzia, niente lo spaventa. Non ha cuore, non ha nervi, non ha pietà»).


Bonus: Don Matteo (2000 – in produzione)

Una delle serie televisive italiane più longeve in assoluto, che ha donato a Terence Hill una "seconda carriera", rendendolo il parroco più amato del piccolo schermo. Don Matteo Bondini è il parroco della Chiesa di San Giovanni Battista di Gubbio; grazie all'amicizia e alla collaborazione con il maresciallo dei Carabinieri Nino Cecchini, riesce a intrufolarsi nei casi legali e criminali e a risolverli grazie a un indizio decisivo, che arriva molto spesso per intuizione innata e per la sua ampia conoscenza dell'animo umano.

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