"The Green Fog" di Guy Maddin in streaming gratuito
19/03/2020
Messo a disposizione dallo stesso Guy Maddin sul suo canale Vimeo (diversi mesi fa, ben prima che iniziasse l'emergenza sanitaria globale), The Green Fog (2017) è un ottimo punto di partenza per andare a scoprire l'estro artistico di un autore unico e inimitabile, capace di fare propri i codici del cinema delle origini destrutturandoli per dare vita a qualcosa di assolutamente moderno. Conosciuto soprattutto dai frequentatori di festival internazionali, Guy Maddin è uno dei pochissimi registi contemporanei che porta avanti una costante sperimentazione audiovisiva capace di non adagiarsi mai su un intellettualismo autoreferenziale o anacronistico. Un lavoro, il suo, in grado di rifiutare ogni forma di facile cinefilia fine a se stessa, che non si rivolge al pubblico generalista ed è quanto di più lontano si possa immaginare da ogni produzione mainstream.

Nato a Winnipeg (Canada) nel 1956, Maddin porta avanti da sempre la sua poetica raffinata e iconoclasta che si nutre avidamente della storia della Settima arte e, in particolare, delle opere del cinema del muto, attraverso una aderenza filologica quasi maniacale che diventa colto omaggio a un mondo lontanissimo. Tra mascherini, sovraimpresssioni, didascalie e viraggi, Maddin porta avanti una continua esplorazione delle potenzialità espressive del mezzo cinematografico, volgendo lo sguardo sia alla sua storia che alla totalità degli strumenti di cui esso può disporre. Nei suoi film, immagini, musica e suoni danno vita a una forma di visione che è una esperienza sensoriale immersiva e totalizzante, in cui la parola diventa elemento accessorio di cui è possibile privarsi.



Presentato alla Berlinale 2018, nella sezione Forum, The Green Fog, ultimo film di Guy Maddin (affiancato alla regia da Evan e Galen Johnson), riporta sullo schermo, in maniera assolutamente innovativa e personale, La donna che visse due volte di Alfred Hitchcock, attraverso il montaggio di spezzoni di film e serial televisivi di ogni epoca, tutti ambientati a San Francisco. Uno straordinario lavoro di intarsio, praticamente privo di dialoghi, che fa rivivere il capolavoro del 1958. Una preziosa galleria di frammenti perfettamente armonizzati tra loro, ma anche un patchwork metacinematografico di 62 minuti che diventa un'affascinante installazione d'arte audiovisiva. Il mosaico costruito da Maddin trasfigura la pellicola hitchcockiana mantenendone intatto il disegno complessivo, e riesce a riproporre tutte le sfumature e le ossessioni di una delle storie d'amore più complesse e morbose di sempre. Ma The Green Fog è, soprattutto, un potente labirinto di riflessi filmici in cui le immagini "del passato" prendono nuovamente vita per trasformarsi in qualcosa di diverso: un sottile ma evidente richiamo teorico al cuore pulsante del capolavoro di Hitchcock.

Qui di seguito il link a cui è possibile vedere il film completo, facendo copia/incolla nel proprio browser ► https://vimeo.com/356966508

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