The Punisher è tornato: welcome back, Frank!
17/11/2017

Punisher è tornato. E a giudicare dal primo episodio della serie potrebbe essere davvero destinato a cancellare dalla memoria le mediocri pellicole a lui dedicate uscite sul grande schermo, come già avvenuto con la serie Daredevil, che ha riqualificato il personaggio dopo il flop del film con Ben Affleck. Proprio Daredevil è considerata una serie modello, il metro di misura sulla quale giudicare le altre serie Marvel successive, fin’ora tutte inferiori: nella seconda stagione, il Diavolo di Hell’s Kitchen aveva trovato in Punisher un avversario degno, di pari livello, e dalle prime battute sembra che anche per la serie tv valga lo stesso discorso. D’altra parte, la decisione di dedicare al Punitore una serie intera deriva proprio dal carisma e dall’interesse destato in Daredevil, dove era stato tra i migliori. Servono pochissime sequenze per presentare il personaggio, senza dilungarsi: Frank Castle (Jon Bernthal) conclude la sua personale vendetta verso chi gli ha portato via tutto, mentre alcuni frammenti di flashback riportano la sua memoria al viso sorridente dei suoi familiari ormai defunti, sterminati dalla mafia. Dopo i titoli di coda – sempre curati e quasi ipnotici, come in ogni serie Marvel firmata Netflix – le vicende fanno un salto avanti di 6 mesi: Frank vive a New York, dove fa il muratore, cercando di sopravvivere ai continui stimoli che la sua memoria e i suoi traumi portano in lui. Si assiste già all’origine di alcune sottotrame, dalla CIA che indaga su quanto avvenuto in Afghanistan, su Kandahar, a militari che fanno terapia di gruppo per cercare di superare i traumi della guerra, oltre ad alcuni riferimenti sulla situazione geopolitica attuale, tra attentati e paure di un nuovo conflitto mondiale. La rabbia di Castle, che per quasi tutta la puntata viene repressa e sfogata solamente su un muro preso a martellate violente sul posto di lavoro (una per ogni ricordo della sua famiglia), finalmente esplode in tutta la sua violenza e si assiste nuovamente ad un assaggio di ciò che il Punitore è veramente. Bernthal, inoltre, si conferma una scelta azzeccata e capace di regalare rabbia, tristezza e disillusione nel suo sguardo, capace di dire molto più di quanto potrebbero fare le parole: Castle preferisce i fatti. La battuta conclusiva dell’episodio non potrebbe essere più adeguata:

“Welcome back, Frank!â€

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