Con la cerimonia di premiazione tenutasi venerdì 24 gennaio al Politeama Rossetti, si è conclusa la 36ª edizione del Trieste Film Festival, il più importante appuntamento italiano dedicato al cinema dell’Europa centro-orientale. Protagonista della serata è stato Toxic di SaulÄ— BliuvaitÄ—, vincitore del Premio Trieste al miglior lungometraggio, una cruda riflessione sull’amicizia e sugli standard di bellezza tossici che influenzano le vite di due adolescenti in un villaggio rurale lituano.
Oltre al premio principale, la giuria – composta da Sabine Gebetsroither, Ilinca Manolache e Paolo Moretti – ha attribuito una menzione speciale a Fekete Pont (Lesson Learned) di Bálint Szimler, che racconta una scuola come microcosmo della società ungherese, mettendone in luce le tensioni politiche e sociali.
Il Premio Alpe Adria Cinema al Miglior Documentario è stato assegnato a Tata di Lina Vdovîi e Radu Ciorniciuc, un intenso ritratto intergenerazionale che esplora da vicino traumi familiari e intergenerazionali. La giuria ha lodato la capacità del film di affrontare tematiche complesse come la violenza patriarcale con equilibrio e profondità.
Tra i cortometraggi, il Premio TSFF Corti è andato a Night of Passage di Reza Rasouli, premiato per la sua narrazione semplice ma incisiva e per le interpretazioni degli attori. Menzioni speciali sono state attribuite a Left-Handed Pen di Adas Burkšaitis e a Rrugës (On the Way) di Samir Karahoda.
Il pubblico del festival ha decretato i seguenti vincitori: il miglior lungometraggio è Three Kilometers to the End of the World di Emanuel Pârvu (Romania, 2024). Il premio per il miglior cortometraggio va a The Man Who Could Not Remain Silent della croata Nebojša SlijepÄević, mentre Tata si conferma come miglior documentario anche in questa categoria.
Infine vi sono stati diversi premi speciali assegnati durante la serata: Il Premio CEI è andato a Under the Volcano di Damian Kocur, per il toccante racconto sull’invasione russa in Ucraina. Il Premio Corso Salani va a Il Canto di Alina delle italiane Ilaria Braccialini e Federica Oriente. Il Premio Eastern Star 2025 a Sergei Loznitsa, uno dei più importanti cineasti europei, mentre Ado Hasanovic si aggiudica il Premio Cinema Warrior 2025, per il suo impegno nel dialogo culturale attraverso il cinema. Il documentario The Sky Above Zenica di Nanna Frank Møller e Zlatko Pranjic vince il Premio Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa; il Premio Cineuropa per il miglior lungometraggio se lo aggiudica Fekete Point (Lesson Learned). Una giuria di giovani tra i 18 e i 35 anni ha infine premiato Majonezë dell’italiana Giulia Grandinetti con il Premio Giuria Giovani PAG.
Anche quest’anno il Trieste Film Festival porterà nelle sale italiane una selezione dei film più rappresentativi di questa edizione, con i primi titoli annunciati: Meat di Dimitris Nakos e Under the Volcano.
Con entusiasmo, il festival guarda al futuro, confermando la sua vocazione a celebrare il cinema dell’Europa centro-orientale e il suo ruolo come luogo di scoperta e dialogo culturale. L’appuntamento è per il 2026, per una nuova edizione ricca di emozioni e sorprese.
A cura di Romeo Gjokaj