WORKSHOP SU PEDRO ALMODÓVAR: I VOSTRI ELABORATI!
23/11/2019
Al termine del workshop dedicato a Pedro Almodóvar, abbiamo proposto ai partecipanti di scrivere un elaborato su un elemento emblematico del cinema del più grande regista spagnolo contemporaneo. Ecco i lavori che hanno meritato la pubblicazione!

Lucia Cirillo

Almodóvar: quando il cinema “contiene” la realtà in ogni forma dell’arte

“La realtà dovrebbe essere proibita!”.

È quello che sentenzia un personaggio secondario del film a chiosa di una discussione sulla finzione artistica come suprema forma di verità. Quale pretesto migliore per parlare di un film che ne contiene tanti altri e che si pone a pretesto non solo per raccontare i temi più cari al regista ma anche come promemoria di storie per il momento solo accennate? C’è tutto questo ne Il fiore del mio segreto: un delicato gioco di incastri di trame e un omaggio grato e appassionato a tutte le possibili espressioni dell’arte come fonti indispensabili di catarsi e salvezza. Non a caso il film si apre con una pubblicità progresso: una simulazione di un evento drammatico non reale, ma del tutto plausibile, nel quale si spiega cosa si può fare per reagire al meglio al dolore.

La protagonista, Leo, una scrittrice con problemi di amnesia, è una donna alle prese con la fatica dell’accettazione del dolore come fatto ineluttabile della vita. Il libro che sta scrivendo si intitola “dolor y vida”, come il verso di una canzone cubana che trasuda malinconia e passione e una somiglianza con il toccante “dolor y gloria” da non sembrare affatto una casualità.
“Non so scrivere romanzi rosa. Mi vengono neri”.

È una donna tormentata per la fine dell’amore di suo marito, partito volontario in Bosnia forse per “sfuggire alla guerra che ha in casa”. A nulla servirà tentare di non accorgersi di nulla, farsi bella al suo arrivo, non voler notare che ha un’amante. Non servirà neppure tentare il suicidio.

La vita si dimostrerà “indifesa contro l’agguato della follia” - come scriverà lei stessa nel suo romanzo - e si manifesterà prepotente proprio con l’occasione di tornare con la madre ai luoghi dell’infanzia. E quando il ricordo prevarrà sulle amnesie.

“Sto diventando pazza mamma”.

“Così giovane e sei già come una vacca senza campanaccio. Perduta, senza un orientamento”.
Leo, appena arriva al suo paese, perde i sensi tra le donne semplici della sua infanzia, che chiacchierano al sole e lavorano il tombolo, che non hanno tormenti, lontane dai fermenti di una città così contemporanea come Madrid, che rivendica il cambiamento e lotta per questo. Non è ancora il momento di tornare. Ci sono ancora conti in sospeso con quella città così all’apparenza impietosa. C’è ad attenderla il suo romanzo che vedrà la luce nonostante lei non volesse, c’è un altro uomo che la ama e di cui si scoprirà innamorata a sua volta. Ci sono le dipendenze da risolvere come i nodi di un tombolo con cui tessere un armonioso ricamo.
“Ma com’è la vita? Così crudele, così paradossale”.

Ed è in questo eterno paradosso che si riassume tutto il cinema di Pedro Almodóvar: un’altalena costante tra la pena dell’esistenza e il suo eterno splendore. Magnificato ogni volta soltanto dall’arte.

Corsi

Sei un appassionato di cinema?
Non perderti i nostri corsi lorem ipsum dolor


Sei un’azienda, un museo o una scuola?
Abbiamo studiato per te lorem ipsum dolor

Con il tuo account puoi:

Votare i tuoi film preferiti

Commentare i film

Proporre una recensione

Acquistare i nostri corsi

Guardare i webinar gratuiti

Personalizzare la tua navigazione

Filtri - Cerca un Film

Attori
Registi
Genere
Paese
Anno
Cancella
Applica