WORKSHOP SU YORGOS LANTHIMOS: I VOSTRI ELABORATI!
31/03/2019

Al termine del workshop dedicato a Yorgos Lanthimos, abbiamo chiesto ai partecipanti di scrivere un elaborato su un elemento emblematico del cinema dell’importante regista greco. Ecco il lavoro che ha meritato la pubblicazione!

 

Mattia Bizzozzero

Yorgos Lanthimos: i cerchi

Kynodontas, The Lobster e La favorita sono tre film in cui Lanthimos introduce, in modi diversi ma seguendo un percorso preciso, la figura del cerchio come simbolo di perfezione, alla quale aspirano i protagonisti dei tre lungometraggi.

Nel primo film il cerchio viene mostrato esplicitamente in due occasioni: prima quando il figlio, in giardino, esegue una serie di ruote sul manto erboso; poi quando una delle due figlie, stufa di attendere l’età adulta, decide di conquistarla da sé e si rompe il dente canino colpendosi la bocca con un peso da palestra e gocciolando sangue dentro un lavandino circolare.

La prima ruota è simbolo di perfezione in quanto indice di una condizione (l’età adulta) tanto desiderata ma lontanissima e disordinata, in movimento verso un punto dello schermo non preciso, eseguita senza un particolare obiettivo, solo per il gusto di divertirsi. Quando il moto confuso della ruota, in una scena diversa (e temporalmente lontana) si ferma, osserviamo invece un lavandino rotondo: la perfezione ci appare vicina, quasi tangibile, immobile e chiara come il bianco lavello di marmo. La ragazza si rompe il dente (azione liberatoria nel film perché il padre la obbligava a stare in casa finché il dente canino non fosse caduto). La giovane ha, infatti, il coraggio di prendere ciò che le spetta e che tanto desidera. Sporca di sangue il lavandino: il prezzo da pagare per ottenere ciò che vuole. Lanthimos non lascia dubbi: se vuoi conquistare ardentemente qualcosa devi essere disposto a grandi sacrifici.

La lettura che si può fare della presenza della ruota in The Lobster è sempre legata al tema della conquista: nel momento in cui David si avvicina alla donna senza cuore passando da una piscina all’altra, Lanthimos inquadra dall’alto le due piscine, entrambe circolari e molto vicine una all’altra. Il cerchio è qui simbolo di una perfezione prossima ma falsa che, a David e allo spettatore, viene mostrata come facile soluzione al problema della ricerca di un’anima gemella. Entrando nella piscina, conquistando la donna senza cuore, il protagonista troverebbe una compagna.

L’acqua della piscina, agitata dalle bolle dell’idromassaggio, comunica però un senso di instabilità nel rapporto tra i due personaggi. Come se entrambi fossero nel cerchio simbolico di una perfezione che in realtà è fragile, in subbuglio, instabile e dunque imperfetta. I due personaggi non sono assolutamente fatti l’uno per l’altra e di lì a poco lo script riserverà a entrambi un destino infelice.

La perfezione autentica, come in Kynodontas, si raggiunge solamente quando la situazione in cui sono i protagonisti è stabile, essi sono coscienti delle loro azioni e questa consapevolezza ha un riscontro visivo per informare gli spettatori. La scena finale del film, nella quale David e la donna cieca, diventata la sua compagna, sono seduti in una tavola calda, mostra un equilibrio perfetto tra i due personaggi, simboleggiato dai bicchieri, di forma circolare e pieni d’acqua, che, appoggiati sul tavolo, li dividono. L’acqua immobile dentro ai bicchieri comunica che David ha raggiunto la perfezione, ha trovato un’anima gemella. Non importa se decida di diventare cieco, per vivere nelle stesse condizioni della sua amata, o no. L’obiettivo dichiarato all’inizio della pellicola è stato raggiunto.

La Favorita, rispetto a questi due precedenti film, presenta l’idea di perfezione anche con l’uso di un obiettivo inconsueto della macchina da presa: il fisheye. Il film, che narra di una arrampicatrice sociale alla corte della regina Anna d’Inghilterra, indaga, già a livello di trama, il modo per giungere a una condizione ideale.

Il mondo dei nobili inglesi, pieno di ipocrisia e doppiogiochismo, rappresenta una perfezione apparente, svelata con lo sguardo attento del fisheye di Lanthimos. Dalla staticità del rapporto tra Sarah e la regina Anna si passa al vortice di energia e novità di Abigail che, cinica e violenta, stravolge la tranquillità dell’esistenza della regina, per ottenere ciò che desidera: un posto a corte, una condizione sociale altolocata e duratura.

L’obiettivo prefissato dalla protagonista viene raggiunto alla fine del film, grazie al fatto che sia stata disposta a tutto pur di arrivarci (tema introdotto in Kynodontas) e che sia stata capace di non farsi influenzare da percorsi alternativi (tema cardine di The Lobster), rifiutando intelligentemente le scorciatoie offertele da Robert Harley. La Favorita rappresenta la maturazione del percorso che Lanthimos segue per scoprire il modo migliore di avvicinarsi alla perfezione. Quando finalmente il regista giunge alla fine della sua ricerca è fiero di renderlo esplicito, nel suo lungometraggio, utilizzando il fisheye: questo per lui è un film, da vedere, in alcune sue parti, con l’occhio rotondo della perfezione.

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