Yuzna e Gordon: il richiamo dell’horror indipendente
01/04/2020
Il 24 marzo ci ha lasciati Stuart Gordon, nome che certamente sarà familiare a tutti gli appassionati di un certo tipo di cinema indipendente americano che affonda le proprie radici nel genere horror. La carriera del regista di Chicago è legata a stretto filo a quella del collega e produttore Brian Yuzna. Questa collaborazione simbiotica ha il merito di essere riuscita a trasporre in immagini cinematografiche alcune delle opere del maestro dell’orrore: Howard Phillips Lovecraft. Mettere in scena gli incubi dello scrittore di Providence è sempre stata considerata un’ardua impresa e va dato atto ai due di essersi saputi districare attraverso produzioni a basso budget, regalando agli amanti di un certo tipo di cinema “sporco” alcune piccole perle. Vogliamo quindi omaggiare questa coppia che è stata in grado di ritagliarsi uno spazio all’interno del sottobosco del cinema indipendente, andando a consigliarvi quelli che sono i loro titoli più significativi.

Re-Animator (1985) di Stuart Gordon. Adattamento del racconto seriale Herbert West, rianimatore di H.P. Lovecraft. L’intuizione del regista è quella di ambientare la storia negli anni ’80, distaccandosi in questo modo dalla collocazione temporale del racconto di riferimento. Gordon riesce inoltre a ribaltare lo spirito angosciante e necrofilo del testo di partenza, andando a dispiegare un vero e proprio viaggio nell’assurdo.


From Beyond – Terrore dall’ignoto (1986) di Stuart Gordon. Continua l’omaggio a Lovecraft con l’adattamento del racconto Dall’altrove. Esordisce con questa pellicola la collaborazione con Brian Yuzna, qui in veste di produttore e cosceneggiatore al fianco di Gordon e Dennis Paoli. Il film purtroppo evidenzia tutti i limiti strutturali dell’operazione (effetti speciali da dimenticare e interpretazioni dilettantesche), resta comunque apprezzabile il tentativo di visualizzare alcune tra le più disturbanti fantasie lovecraftiane.


Dolls – Bambole (1987) di Stuart Gordon. Nonostante uno sviluppo forse fin troppo ingenuo ed elementare, l’inquietudine imprescindibilmente legata all’età infantile (simboleggiata dalle bambole) riesce a emergere. Avrebbero giovato un pizzico di temerarietà in più al fine di risultare veramente disturbante.


Re-Animator 2 (1989), in originale Bride of Re-Animator, di Brian Yuzna. Sequel dei perturbanti esperimenti del Dr. West (protagonista del film dell’85) e ovvio omaggio al classico di James Whale: La moglie di Frankenstein. Lo script spinge sul pedale del grottesco, dando maggior rilievo all’impianto visivo, ma andando inevitabilmente a svilire l’anarchia creativa che era alla base del primo capitolo. La pellicola è comunque capace di accendere gli entusiasmi degli appassionati del genere grazie alle abbondanti dosi di splatter. 


Society – The horror (1989) di Brian Yuzna. Vera e propria perla, da molti ormai ritenuto un grande cult del genere horror. Il regista mette in scena un personalissimo apologo contro la società consumistica e l’omologazione imperante degli edonistici anni Ottanta. L’estetica edulcorata da soap opera della prima parte si sgretola mano a mano che le nefandezze del mondo californiano vengono messe in evidenza. Il film scivola quindi nel gore più estremo, metafora delle miserie e delle ipocrisie di una classe dirigente ormai marcia. 

Simone Manciulli

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