Fuori era primavera – Viaggio nell’Italia del lockdown
2020
Rai Play
Paese
Italia
Genere
Documentario
Durata
75 min.
Formato
Colore
Regista
Gabriele Salvatores
24 marzo 2020 - 30 maggio 2020. Due mesi che l'Italia ricorderà per sempre, quelli del lockdown dovuto alla pandemia. Durante quei mesi Gabriele Salvatores ha chiesto a tutti coloro che ne erano coinvolti di documentare la loro esperienza di quarantena e ha raccolto un'enorme quantità di filmati girati con il cellulare. Ha poi cucito insieme (con il montaggio di Massimo Fiocchi e Chiara Griziotti) i girati assemblandoli in modo diverso, qualcuno per pochi istanti, altri per svariati muniti, alcuni infine ad inframmezzare l'intera narrazione: un rider, una signora centenaria, una coppia in attesa.

Muovendosi nel solco del suo precedente progetto Italy in a Day (2014), Gabriele Salvatores ha montato svariate testimonianze video del lockdown italiano in un unico film collettaneo, provando a cogliere un “sentimento del tempo” all’insegna della precarietà e dell’incertezza, ma anche di un’irriducibile forma di vitalità. Ed è proprio quest’aspetto della resistenza della vita, nel silenzio e nella solitudine dell’isolamento, che il regista milanese ha tentato di immortalare e cucire insieme nel suo lavoro, limitando al minimo i dati della triste cronaca, comunque restituiti con vigore a tratti commosso, per inoltrarsi in punta di piedi e con delicatezza in una sorta di autobiografia dell’Italia congelata nel bel mezzo della pandemia. Pur senza snodi significativi e con una certa convenzionalità di fondo, il documentario fa discretamente bene il suo dovere, intarsiando un “come eravamo” in presa diretta e in forma di instant movie, che alterna considerazioni più emozionanti e drammatiche ad alte più leggere e ad alto tasso di stupore. A colpire, rispetto alla narrazione dell’evento traumatico che nel 2020 ha cambiato il volto prima della Cina, poi dell’Italia e infine del mondo intero, è la forte spinta di collante nazionale prossima al riconoscimento identitario che il film mette in campo, associando sotto la stessa ala protettiva e il medesimo conforto dell’auto-fiction ognuna delle persone convocate, dai medici agli infermieri alle persone comuni passando per gli artisti e gli studenti. Di tanto in tanto fa capolino, com’è facile immaginare, un pizzico di retorica di troppo, ma i momenti più stucchevoli sono compensati da altri frangenti più equilibrati, curiosi, meglio dosati e, nei casi migliori, degni di meraviglia e pelle d’oca, tra canzoni sul balcone, pance di donne incinte istoriate “per l’occasione” e case in apparenza qualunque che diventano, loro malgrado e un po’ inaspettatamente, finestre sul mondo. La durata è, curiosamente, esattamente la stessa di Italy in a Day - Un giorno da italiani (75 minuti). Presentato alla Festa del Cinema di Roma 2020 e, in seguito alla seconda chiusura dei cinema nell’ottobre dello stesso anno, è stato destinato direttamente alla piattaforma Rai Play a partire dal 10 dicembre.
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