Le jolie mai
Le jolie mai
1963
Paese
Francia
Generi
Documentario, Sperimentale
Durata
165 min.
Formato
Bianco e Nero
Registi
Pierre Lhomme
Chris Marker
Parigi, 1962, poco dopo la fine della guerra di liberazione algerina e la presa del potere di De Gaulle in Francia. I due documentaristi si aggirano per Parigi e chiedono a persone di ogni estrazione sociale cosa significhi per loro la felicità. Noto documentario francese di Pierre Lhomme e Chris Marker, dalla durata monstre di 165 minuti, nacque come risposta “filosofica” a Chronicle of a Summer (1961), testimonianza di cinema del reale di Jay Rouch ed Edgar Morin che, attraverso lo stratagemma di porre la stessa domanda («cos'è la felicità?») a parigini di diversa estrazione sociale, riteneva di poter trarre conclusioni oggettive sul sentimento stesso. Jay Rouch era infatti uno dei principali esponenti del cinema verité, movimento cinefilo che teorizzava l'oggettivizzazione della realtà attraverso il mezzo documentaristico. In altre parole, per Rouch un evento reale che veniva ripreso da una cinepresa era da considerarsi oggettivo. Marker e Lhomme, con Le joli mai, misero in discussione questo assioma, dimostrando come la presenza dell'obbiettivo alteri il comportamento di chi viene ripreso e, soprattutto, come ciò che viene rappresentato sia inevitabilmente viziato dallo sguardo del documentarista, che sceglie cosa (e come) inquadrare l'oggetto di studio. L'approccio anti-verista del film sarà successivamente portato avanti, con più coraggio, da Marker in Sans soleil (1983) e messo in pratica con grande forza poetica e visiva da Werner Herzog. Opera forse più importante che bella, sicuramente un pezzo importante nella storia del documentario, influente e persuasiva, ma solo per addetti ai lavori e fan del genere.
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